In un momento di emergenza da Covid-19 che costringe tutti gli italiani a restare in casa per evitare che il contagio si diffonda, sono numerose le criticità che tante famiglie devono affrontare, ma tra le problematiche spesso si dimenticano le difficoltà delle persone che soffrono dei disturbi dello n. “In un momento drammatico come questo – ha spiegato Paolo Colombo, Garante dei diritti delle persone disabili della Regione Campania – aumentano le difficoltà dei più deboli fra i deboli. Non ci sono più servizi offerti dei Centri e non è prevista assistenza domiciliare”. Si è parlato di attività motoria per i bambini: “E’ difficile tenere un bambino in casa per un lungo periodo, ma non impossibile. Le persone con lo spettro autistico di tutte le età, senza la possibilità di uscire si smarriscono e le famiglie sono sole a gestire una situazione che non è semplice”. In parte questa problematica è stata superata dando la possibilità, a particolari categorie, di uscire per breve tempo accompagnati da un genitore, ma per quanto riguarda i trattamenti serve fare di più. “Non bastano i percorsi a distanza o quelli ABA via Skype – ha aggiunto l’avv. Colombo – occorre un contatto diretto e laddove sia possibile, fornire assistenza domiciliare con educatori specializzati e attrezzati con mascherine e guanti. E’ a questo che sto lavorando da giorni, sono in contatto con la Regione per provare insieme ad aiutare le famiglie e gli autistici ”. A difesa di questa categoria anche la consigliera e componente della Commissione Sanità della Campania Beneduce: “l’interruzione delle normali tecniche di terapia rivolte a persone autistiche sta arrecando danni incalcolabili. Bisogna pensare a misure incisive e concrete da adottare prima che tutto il lavoro di questi anni risulti vano”. Non tutti gli operatori del settore si arrendono alla pandemia, Domenico Manna direttore del Centro Autismo ISO Musicale APS di Pomigliano d’Arco (Na), insieme alla sua equipe di esperti formata da una psicologa, una logopedista, un’educatrice comportamentale e una pedagogista, si collega ogni giorno via skype per mantenere un contatto visivo con i circa 60 ragazzi che seguono il percorso di musicoterapia clinica: “Non ci siamo persi d’animo – ha raccontato – e ogni giorno, domenica compresa, ho suddiviso 4 gruppi da 15 per collegarci alle 16 o alle 17. Costruiamo strumenti con materiale di risulta, alcuni cantano, altri recitano poesie. Si tratta di un appuntamento fondamentale per i ragazzi perché a molti manca il contatto che avevano quotidianamente con insegnanti di sostegno e operatori. E abbiamo pensato anche al benessere delle mamme – ha concluso Manna – che ogni lunedì possono interfacciarsi con la nostra psicologa”.

di Mariangela Barberisi