Le persone su sedia a rotelle restano tutto il giorno nella stessa posizione, con conseguenze negative sulla respirazione – dovute alla compressione del diaframma – e sulla circolazione sanguigna. Pandhora srl, startup innovativa che ha sede a Mercato San Severino, nel salernitano, ha progettato una carrozzina dotata di uno schienale brevettato, reclinabile da 0 a 360 gradi, che consente di cambiare postura con un semplice click. La startup si è costituita a ottobre 2016, ma l’idea è nata qualche anno prima, quando Stefano Troncone, giovane ingegnere meccanico di Bovino (Foggia), era iscritto al dottorato di ricerca in Ingegneria dei Sistemi Meccanici all’Università Federico II di Napoli: dall’incontro con Javier, un ragazzo spagnolo tetraplegico, Stefano si era reso conto di quanto fosse limitato il supporto fornito dalle carrozzine presenti sul mercato alle persone con handicap fisici. Così, durante il dottorato, ha preso forma il primo prototipo della carrozzina innovativa; il progetto si è poi sviluppato nel tempo con il coinvolgimento di due ingegneri biomedici, Alexander, fratello di Stefano, e Maurizio Maglione, e di Nicodemo Di Pasquale, laureato in Giurisprudenza, che si occupa della parte di amministrazione e marketing di Pandhora. Al team originario si è aggiunta di recente Chrystel Troncone, ingegnere edile e disability manager, figura professionale che riesce ad adeguare i prodotti alle reali esigenze dell’utenza.

I BREVETTI – «La nostra carrozzina, Pandhora EVO – che sta per Evolution – ha due peculiarità, entrambe brevettate», spiega Nicodemo Di Pasquale a Comunicare il Sociale. La prima è il sistema Multi-Seating, vale a dire lo schienale ad angolazione variabile, «regolabile grazie a una levetta posizionata sul tubolare che collega la seduta allo schienale stesso: azionata, la levetta permette di cambiare la propria posizione agevolmente, con benefici sulla circolazione sanguigna e sulla respirazione derivanti da una maggiore apertura del diaframma, che sono stati comprovati da tesi di laurea discusse all’Università Federico II e all’UniCampus Biomedico di Roma». L’altra caratteristica è la seduta ergonomica in alluminio per uso aerospaziale: «Quando si marcia su strade dissestate o con buche, se la seduta è rigida ci si fa male: la nostra è realizzata con una tipologia di alluminio utilizzato per la costruzione degli aerei, che viene trattato termicamente, rendendo il pannello indistruttibile e flessibile, in grado di ammortizzare i colpi al passaggio su strade danneggiate». E ancora, da poche settimane Pandhora sta commercializzando il propulsore elettrico P3: «I propulsori sono strumenti già diffusi che si collegano alla carrozzina, rendendola elettrica dall’esterno». P3 presenta però una novità – anch’essa brevettata –, ovvero un sistema costituito da due punti di aggancio che, grazie alla forma conica, rendono saldo l’aggancio, «dando stabilità alla carrozzina e impedendo che il propulsore si disconnetta alla prima buca stradale».

RICONOSCIMENTI – Le innovazioni del giovane team di ingegneri hanno già ottenuto diversi riconoscimenti: «Siamo stati premiati a AccessAbilities Expo Dubai 2016, la prima fiera sulla disabilità nel Medio Oriente, ricevendo dallo sceicco Al Maktoum un riconoscimento per il contributo alla causa dell’accessibilità e dell’inclusione per persone con mobilità ridotta», continua Di Pasquale. Nello stesso anno Pandhora si è classificata al primo posto nel settore healthcare a SEUA (Startup Europe Awards), concorso per startup organizzato a Milano da AssoLombardia, mentre lo scorso dicembre ha ottenuto il terzo posto alla Finance Startup Cup Competition 2018, iniziativa organizzata dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Napoli. «La carrozzina Pandhora EVO e il propulsore elettrico P3 possono essere acquistati interamente con il contributo Asl – conclude –. Attualmente contiamo 22 distributori in tutta Italia e cinque all’estero, nel Regno Unito, in Portogallo, Belgio, Svezia e a Malta».

di Paola Ciaramella