Se tutti agissero contemporaneamente e d’improvviso non si utilizzasse mai più la plastica, il mondo diventerebbe un posto migliore. A pochi giorni dal ritrovamento in Sardegna di una balena spiaggiata, morta per aver inghiottito 20 chili di plastica, qualcosa però sta per cambiare. Seppur lentamente, le amministrazioni italiane stanno adottando la “Strategia europea sulla plastica” che mira a ridurre “la produzione di rifiuti di plastica e rifiuti marini, a rendere riciclabili tutti gli imballaggi di plastica, ad arrestare il consumo della plastica monouso non biodegradabile ed a contrastare lo sversamento di rifiuti in mare” si legge nelle ordinanze entrate in vigore in questi giorni. Insomma, la svolta. In provincia di Napoli, a Casoria il provvedimento è già realtà. E molti commercianti sia sono giù adeguati. Purtroppo non c’è stato molto preavviso, non tutti hanno potuto smaltire i contenitori di plastica e i bicchieri già acquistati in precedenza e, proprio per questo motivo, si chiede tolleranza al commissario prefettizio che ha firmato l’atto. In linea generale però tutti sembrano d’accordo e i disagi riguarderebbero soltanto i costi. Il biodegradabile infatti ha un prezzo elevato e se al banco, o al ristorante, da sempre, tutti usano il vetro e la ceramica il problema si presenta con l’asporto. In questo caso alcuni negozianti sono costretti ad aumentare i costi. Una decisione inevitabile per evitare perdite. Sulla stressa strada anche il Parco Nazionale del Vesuvio, che ha approvato un provvedimento per la riduzione del consumo delle plastiche. Sul vulcano, insomma, si sostituirà con vetro e prodotti biodegradabili l’inquinante plastica. Sulla stessa scia il capoluogo che, seppur in una porzione limitata di territorio, pensa di ridurre il consumo di questi materiali. Il sindaco De Magistris ne ha infatti vietato l’utilizzo nella zona del lungomare piena di bar e locali. Come negli altri comuni il divieto è “rivolto agli esercizi commerciali, ai pubblici esercizi, ai laboratori di produzione artigianale di alimenti autorizzati alla vendita per asporto, agli operatori del commercio su aree pubbliche, sia in sede fissa sia in forma itinerante, incluse le attività di catering del settore alimentare e agli esercenti delle attività balneari, quali lidi e circoli nautici” si legge nell’ordinanza. In questo caso però c’è anche un mimino di tolleranza “L’utilizzo di scorte dei suddetti materiali non biodegradabili e non compostabili è consentito entro e non oltre il 30 aprile 2019” si legge ancora. Non mancheranno le sanzioni in caso di mancata ottemperanza del provvedimento: le multe andranno dai 25 ai 500 euro. A Napoli ci si affida anche alla buona educazione dei cittadini. Il sindaco infatti invita tutti a: rinunciare all’uso di monouso in plastica; a favorire la riduzione del consumo degli imballaggi in plastica; a non abbandonare plastica sulle spiagge e nel mare e a segnalare il mancato rispetto della presente ordinanza agli organi di polizia giudiziaria. Il Csv Napoli si è messo già da ottobre, con “Plastic Free“, la campagna di sensibilizzazione contro l’uso della plastica, dalla quale è nata una proposta operativa per sensibilizzare alla tutela dell’ambiente e all’uso consapevole delle risorse.
La campagna è stato il risultato di un percorso di co-progettazione con le organizzazioni di volontariato dell’Area Metropolitana di Napoli impegnate sui temi ambientali, che ha portato all’elaborazione di un decalogo da presentare a tutti gli enti impegnati nel percorso di riduzione dei rifiuti. Questo strumento è, dunque, parte di un progetto più ampio ed ambizioso che vuole incidere sui comportamenti quotidiani affinché si riduca l’impatto dell’uomo sull’ambiente.
Insomma se da un lato si fa affidamento al senso di responsabilità dei commercianti dall’altro si chiede aiuto cittadini in modo che diventino parte attiva di questo grande cambiamento. Il web oramai è inondato di immagini di pesci morti a causa di plastiche ingurgitate, di spiagge meravigliose devastate, di mari cristallini diventati discariche. Una strage finora silenziosa. Ma adesso si volta pagina.

di Cristina Liguori