NAPOLI – Medici a rischio aggressioni? Le guardie giurate si offrono di scortare i professionisti impegnati nel servizio di guarda medica per le visite domiciliari su chiamata e quelli che operano per conto del 118. A lanciare la proposta è il presidente nazionale dell’Associazione nazionale guardie particolare giurate, Giuseppe Alviti.
“Stiamo procedendo con un accordo a trattativa diretta – spiega il vigilantes da sempre impegnato nel mondo dell’associazionismo di categoria – nell’ambito delle norme vigenti per gli appalti pubblici, per avere ad horas la disponibilità di questo servizio”.
Quella delle scorte non è l’unica novità che le guardie giurate hanno in serbo per valorizzare il proprio ruolo, sempre più svilito da norme e regolamenti che ne stanno progressivamente determinando la scomparsa.
Alviti, infatti, propone di dotare i medici ritenuti “a rischio” di dispositivi hi-tech in grado di lanciare l’allarme in caso di aggressioni. Si tratta di smartwatch (orologi intelligenti da indossare al polso) che, attraverso il collegamento a una piattaforma informatica, potranno dialogare con una centrale operativa: “È una innovazione che stiamo perfezionando, l’operatore dovrà semplicemente spingere un tasto di allarme in caso di emergenza e la centrale operativa procederà a contattare il medico – spiega Alviti- in caso di mancata risposta si capirà che è in difficoltà”.
La caratteristica dei modernissimi smartwatch sarà quella di geolocalizzare con esattezza la posizione del medico per poter intervenire in maniera mirata. A studiare le misure anti-aggressione è stato un gruppo di lavoro creato ad hoc.
La tecnologia sarà di aiuto ai medici più esposti, vale a dire a quelli in servizio al pronto soccorso, ovvero ai camici bianchi ed ai loro collaboratori dei Dipartimenti di salute mentale e a quelli che operano nelle guardie mediche o al 118.
Per Alviti “fornire i braccialetti da polso ai medici consentirà di evitare casi eccessivi di violenza a medici e paramedici”.

di Carmine Alboretti