ROMA – Oggi, XXV Giornata Mondiale Alzheimer, la Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per il nostro Paese di ADI – Alzheimer’s Disease International, presenta il Rapporto Mondiale Alzheimer 2018 intitolato ‘Lo stato dell’arte della ricerca sulla demenza’: una panoramica della situazione attuale della ricerca nel campo delle demenze, indagando quali siano le effettive azioni intraprese, le speranze, gli ostacoli.
Secondo il rapporto ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa una forma di demenza. A livello globale la demenza colpisce 47 milioni di persone. In Italia si stimano 1.241.000 casi ed è la settima causa di morte in tutto il mondo e non esiste ancora una cura.
Molti Paesi non sono ancora dotati di strumenti diagnostici adeguati, di facile accesso agli studi clinici, di medici e ricercatori specializzati. Tuttavia la ricerca sull’Alzheimer in Italia parla il linguaggio dei giovani e si concentra soprattutto sulla diagnosi precoce, cogliendo anche il recente suggerimento della FDA (Food and Drug Administration) alle Industrie Farmaceutiche che individua nella diagnosi precoce lo strumento essenziale per lo sviluppo di farmaci per il trattamento dell’Alzheimer.
Sono stati presentati – presso l’Università Statale di Milano – i primi risultati dei 25 progetti triennali di ricerca della rete di giovani ricercatori sostenuti da Airalzh Onlus, in partnership con Coop, molti dei quali rivolti a rendere sempre più precoce ed affidabile la diagnosi delle demenze attraverso lo studio di biomarcatori specifici, di nuovi strumenti diagnostici e di test specifici di analisi del linguaggio.
I primi due anni di lavoro dai Ricercatori della Rete Nazionale stanno già producendo risultati interessanti che spaziano dalle nuove interpretazioni applicate a strumenti diagnostici già utilizzati come la Risonanza Magnetica e la Tomografia a positroni (PET), alla ricerca di nuovi biomarcatori nei liquidi biologici come il liquor e la saliva; sono stati comparati i biomarcatori nel liquor in associazione con i dati clinici ma anche la loro implicazione nei fenomeni patologici connessi alla funzione del cervello. Sono stati indagati anche gli aspetti clinici e neuropsicologici quali possibili biomarcatori per una diagnosi precoce ma sono anche stati esaminati in uno studio epidemiologico i determinanti del ritardo diagnostico nei pazienti con demenza.

In occasione della 25ma Giornata mondiale Alzheimer interviene anche Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali: «Credo sia importante ribadire la fondamentale importanza delle reti di solidarietà famigliare e di comunità, decisive per alleviare, sia pure solo parzialmente, il dramma delle persone colpite da questa malattia e dei loro famigliari. L’Alzheimer è una tragedia che riguarda oltre 600mila italiani. I numeri – impietosi – mostrano come questa patologia sia destinata a colpire sempre più persone: se oggi ne sono affette oltre il 4% degli over 65 questo numero, nel 2030 – come certifica l’Istat – sarà quattro volte maggiore superando i due milioni di malati, prevalentemente di sesso femminile».