ROMA – I migranti e i richiedenti asilo non dovranno più necessariamente fare domanda di protezione internazionale nel primo paese d’approdo. Sarà, invece, attivato un sistema di ricollocamento, con una redistribuzione permanente e automatica. E’ il punto centrale della riforma del Regolamento Dublino, approvata dalla Commissione Libe del Parlamento europeo, con 43 voti a favore e 16 contrari.
La proposta di Dublino IV è stata presentata dalla Commissione nell’aprile del 2016. Dopo oltre un anno di negoziati tra i diversi gruppi politici del Parlamento europeo, ALDE, EPP, S&D, Greens/EFA e GUE/NGL hanno votato in favore dell’adozione della bozza di relazione presentata dalla relatrice Cecilia Wikstroem e della decisione di avviare negoziati interistituzionali. La riforma, inoltre, stabilisce i criteri per determinare uno stato membro responsabile delle richieste di asilo presentate nell’Unione europea, consentendo così i negoziati con il Consiglio europeo
Commentando la notizia Iverna McGowan, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, ha dichiarato: “Per anni il sistema di Dublino ha causato inutili sofferenze a troppi richiedenti asilo e rifugiati. Il voto apre la strada a un sistema che darà dignità ai richiedenti asilo, privilegiando i loro legami familiari, nonché una distribuzione equa tra gli stati membri europei”.
“Così com’è il sistema di Dublino non funziona per i richiedenti asilo, che sono costretti ad avere esaminate le loro richieste nel loro primo paese d’ingresso, e non funziona per quei paesi europei per i quali questo comporta un onere ingiusto. Il voto ora contribuirà a creare un sistema migliore, di vera solidarietà, che potrebbe funzionare per tutti”.
La proposta della Commissione europea aveva sostanzialmente mantenuto il vecchio approccio secondo il quale la responsabilità verteva sul primo paese di ingresso. Essa aveva inoltre proposto una «procedura di ammissibilità obbligatoria», che consentiva essenzialmente una prima selezione delle richieste di asilo, senza tenere conto delle richieste dei singoli individui, sulla base dei concetti di paesi terzi sicuri e primo paese di asilo. Tuttavia il Parlamento europeo ha respinto questa proposta.

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