Sono tante le storie raccolte in questi anni da Telefono Azzurro nel suo quotidiano lavoro contro il bullismo, attraverso il numero 1.96.96.  Nella settimana di riapertura delle scuole, Telefono Azzurro vuole riportare il bullismo all’attenzione dei media, del mondo della scuola e della società. Ed è proprio la scuola lo scenario più frequente per gli episodi di bullismo (nel 61% dei casi), secondo quanto evidenziato dall’ultima indagine 2017 effettuata da Telefono Azzurro con Doxa Kids su un campione di 1500 adolescenti e ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, il 35% dei quali ha ammesso di essere stato vittima di episodi di bullismo.
Ricorrenti anche le situazioni in cui gli episodi bullismo avvengono: nel 40% – 75% sono indicati come critici gli intervalli, la pausa pranzo, i corridoi, i bagni. Il bullismo inoltre costituirebbe il motivo per cui 160.000 adolescenti non vanno a scuola ogni giorno. Un fenomeno che i trend nazionali e internazionali segnalano iniziare sempre più precocemente, rendendo importante attuare strategie preventive e di contrasto fin dalle scuole primarie. Analizzando i dati del Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro si evidenzia che nel 58% dei casi sono coinvolti preadolescenti della scuola secondaria di primo grado e nel 21,5% dei casi le vittime sono minori di 10 anni.
Se la scuola è il contesto in cui il bullismo si manifesta più frequentemente, questo vuol dire che gli episodi di prevaricazione avvengono in situazioni in cui adulti e ragazzi possono vedere ciò che accade e, di conseguenza, intervenire. Ed è proprio per rafforzare questa capacità di intervento che Telefono Azzurro ha stipulato una convenzione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per un progetto biennale integrato di ascolto e azione contro il bullismo per offrire al personale della scuola, agli studenti e alle famiglie strumenti adeguati per intervenire nelle situazioni di bullismo scolastico, quali ad esempio servizi di ascolto, intervento, consulenza e formazione sul territorio e nelle scuole. “È importante che i ragazzi che hanno il coraggio di segnalare il problema si sentano sostenuti, creduti e vengano aiutati con attenzione, competenza e sensibilità” dichiara Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro, “solo questo può permettere loro di uscire dal silenzio, attivando un circolo virtuoso di supporto a un problema che non è del singolo, ma dell’intera comunità”. Il valore aggiunto dell’approccio proposto da Telefono Azzurro è quello di prestare attenzione non soltanto ai “fatti” ma anche gli “stati d’animo” dei ragazzi; dirigenti ed insegnanti devono poter riconoscere i campanelli di allarme indicativi di un malessere che spesso può incidere non solo sui livelli di prestazione scolastica individuale, ma anche sul clima scolastico generale, sull’efficacia dell’insegnamento e sui rapporti scuola – famiglia.

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