NAPOLI – Ciro Colonna aveva solo 19 anni quando la sua vita è stata spezzata. Un giovane, un ragazzo, appena maggiorenne che non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe potuto morire così presto. E non avrebbe dovuto. Il destinatario di quei colpi di pistola che il 7 giugno dello scorso anno hanno colpito Ciro era in realtà Raffaele Cepparulo, 25 anni, ritenuto il boss dei “barbudos”. Anche lui è stato raggiunto dai colpi di pistola mentre si trovava all’interno di un circolo ricreativo in via Cleopatra a Ponticelli.


IL QUARTIERE – Dai giorni successivi al tragico evento il “lotto O” del quartiere napoletano di Ponticelli si è mobilitato per non dimenticare Ciro Colonna. Una vita strappata troppo presto all’affetto dei suoi cari. Ricordare un giovane attraverso un luogo di ritrovo pubblico al quale lui non aveva mai avuto accesso. È stata questa l’idea portata avanti negli ultimi mesi e realizzata per l’anniversario della morte del giovane ragazzo di Napoli est. Un parco giochi realizzato in quella che era un’area di spaccio assume un significato ancora più importante. E altrettanto importante è stato il contributo dei ragazzi del quartiere che si sono spesi in prima persona per mettere in piedi questo luogo che porta il nome di un figlio di quella terra.
TERRA DI CONFINE – Il parco giochi è stato dato in gestione all’associazione “Terra di Confine”, che da anni opera nel quartiere dell’area orientale di Napoli, soprattutto attraverso il lavoro con i ragazzi. «Libera, UnPopoloInCammino oggi non sono tornati al Lotto O, ma in realtà non ce ne siamo mai andati», ha dichiarato a margine della manifestazione Pasquale Leone di “Terra di Confine”, nonché referente di Libera a Ponticelli. «In questo anno al fianco di Mary, Adelaide ed Enrico, gli amici di Ciro ed i ragazzi del quartiere abbiamo realizzato tante attività. Questo campo – aggiunge Leone – che a marzo è stato affidato al quartiere in questi due giorni nella Memoria di Ciro è stato riqualificato, non perché vandalizzato ma perché già porta i segni dell’usura data dai calci al pallone di questi ragazzi. Un solo anno e passato e dal dolore sempre vivo è nata speranza e tanto impegno, che non termina oggi ma continua già da domani».

di Ciro Oliviero

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