NAPOLI-  «Il 13 febbraio 2000 ebbi il primo trapianto di rene da cadavere, a Pisa, ma dopo cinque anni persi l’organo trapiantato e tornai in dialisi. Nel 2013, dopo che da Pisa mi avevano allertato ben 21 volte, padre Mario, che all’epoca viveva come me nella comunità di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone e che conoscevo da tanti anni, decise di donarmi uno dei suoi reni». È la storia di Padre Raffaele Grasso, religioso dell’ordine dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, tornato ad una vita normale il 7 ottobre 2015, dopo dieci anni di dialisi, grazie al grande dono del suo confratello e amico. Poi c’è Michela Moretti, una giovane donna di 32 anni che dopo il trapianto di rene – donatole dalla mamma, quando di anni ne aveva soltanto 19 –, ha trasformato la sua esperienza in un progetto fotografico, Renée. Anche Mariarosaria Gallo, vicepresidente di AIDO Napoli – la sezione partenopea dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule – ha avuto due esperienze di trapianto, la prima a 25 anni, grazie «a un ragazzo, il mio donatore, che io considero complice di vita. Quando aspettavo la mia seconda bambina, però, ebbi il rigetto cronico e i medici mi consigliarono l’aborto terapeutico. Ma io avevo un profondo rispetto per la vita. Tornai in dialisi dopo sei anni dalla nascita di mia figlia e due anni e mezzo più tardi ebbi in dono un altro organo».
IL DONO DI ANNALISA – Testimonianze emozionanti si sono intrecciate nel pomeriggio del 19 maggio alla Biblioteca Annalisa Durante di Via Vicaria Vecchia, nel corso dell’incontro “Parliamo di donazione”, organizzato dell’ambito di “Partenope dona”, una settimana di appuntamenti sul tema promossa da AIDO Napoli, dalla sezione napoletana dell’Associazione Italiana Donne Medico, dal Dipartimento Interaziendale Trapianti – che gestisce l’attività di donazione e di trapianto della regione di appartenenza – e dal Comune di Napoli. Nel 2004 i genitori di Annalisa, donando i suoi organi, permisero a cinque giovanissime vite di salvarsi: all’Ospedale “Bambino Gesù” di Roma «una ragazza tredicenne ricevette cuore e polmoni e una sedicenne uno dei suoi reni – ha ricordato il presidente dell’Associazione Durante, Giuseppe Perna –. Un quattordicenne napoletano ebbe l’altro rene e una quattordicenne di Ragusa, presso l’Ismett di Palermo, il fegato. Le cornee dei suoi occhi furono donate ad una o due persone, tra cui un bambino di sette anni».
UNA SCELTA DI RESPONSABILITA’ – «In Italia più di 9000 persone sono in lista di attesa per ricevere un trapianto. Di queste, quasi 500 ogni anno ci lasciano perché non arrivano organi», ha detto Michele Senneca, medico rianimatore e responsabile regionale di AIDO Campania. Tutti i cittadini maggiorenni possono «dichiarare la propria volontà in materia di donazione di organi e tessuti post mortem compilando l’atto olografo dell’AIDO – ha aggiunto il presidente di AIDO Napoli, Loredana Pulito –. Oggi c’è anche un’altra possibilità: nel Comune di Napoli, col rinnovo della carta d’identità si può esprimere il proprio consenso. Mi piace ricordare che nella nostra sede arrivano gli atti olografi di molti ragazzi, che al compimento dei 18 anni vogliono farsi un regalo di responsabilità, di civiltà e di cultura».

di Paola Ciaramella

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