NAPOLI- E’ stata un’accoglienza cordiale e curiosa quella riservata dai detenuti del carcere di Secondigliano all’autore del libro “Crimine e favelas”, che alcune settimane fa aveva donato alcune copie del suo saggio (“Crimine e Favela. Traffico di droga, violenza istituzionale e politiche di pubblica sicurezza a Rio de Janeiro dalla fondazione alle Olimpiadi 2016”, Edizioni Eiffel) alla biblioteca della sezione alta sicurezza del carcere. L’incontro è avvenuto all’interno del carcere nell’ambito del progetto “Lettura libera” dell’associazione “La Mansarda” attiva con diversi progetti di recupero negli istituti penitenziari della Campania. Nel corso delle ultime settimane i detenuti avevano letto il testo donato, con l’aiuto dei volontari che operano nella struttura in vista dell’incontro con l’autore. I detenuti hanno mostrato sensibilità verso i temi trattati nel testo, comuni nelle dinamiche universali a quelli da molti di loro vissuti nel corso della vita.
E’ nato un acceso e stimolante dibattito nel quale, partendo dalle vicende riportate nel testo presentato, molti detenuti hanno analizzato in parallelo la situazione criminale e politica italiana e napoletana. In particolare il rapporto tra lo Stato, la criminalità, il contrasto a questa e, ovviamente, la gestione della detenzione. Un’analisi utile per alcuni detenuti anche per rileggere la propria condotta e per raccontare parti della propria vita fuori e dentro dal carcere. Grazie alla piacevole partecipazione di tutti gli intervenuti, l’incontro si è chiuso in un clima di serenità e di cordialità.
IL LIBRO- La parola favela è entrata ormai da decenni nel linguaggio comune. Usata quasi sempre in senso dispregiativo, per identificare area degradate, abbandonate, dalla struttura precaria o ostaggio di malaffare e criminalità. Ma quanti tra quelli che vi fanno riferimento realmente conoscono questa realtà? Questo testo rappresenta un utilissimo strumento di conoscenza, grazie alla ricostruzione storica, urbanistica, sociale ed economica del fenomeno favela, dalla sua genesi a fine ottocento, fino ai giorni nostri. Un quadro arricchito da una lettura critica delle varie iniziative portate avanti dalle autorità brasiliane attraverso le varie epoche storiche. Viene riportato quando, con quali modalità e perché i gruppi di narcotrafficanti organizzati si siano lì stanziati dalla fine degli anni ‘70, condannando le comunità a una terribile realtà di violenza e morte. Utile per risalire all’origine della enorme letalità registrata nelle favelas di Rio, la puntuale analisi dello sviluppo delle politiche di pubblica sicurezza in città e in Brasile, dal periodo coloniale fino a oggi, stigmatizzandone la forte impronta razzista e di ghettizzazione.
Con dati, documenti e interviste, viene poi approfondito in maniera minuziosa il complesso piano di pacificazione di alcune favelas carioca con la Unidade de Policia Pacificadora (UPP). Il progetto, annunciato come rivoluzionario nel 2008 e sviluppato successivamente all’indicazione di Rio come sede dei giochi olimpici del 2016, sarebbe dovuto essere in grado di dare l’immagine del pieno controllo da parte dello Stato del territorio delle favelas. Messa in campo in vista delle Olimpiadi, la pacificazione rischia però di implodere proprio a ridosso dell’appuntamento più importante. La recente crisi della UPP, è raccontata con piglio di cronaca e aggiornata all’ultimo minuto. Preziosa la ricostruzione critica del fenomeno della gentrification che, attraverso il processo pacificazione, ha visto finire la favela al centro di una spietata speculazione economica e immobiliare.

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