ROMA – A febbraio 2017 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 35,2%, in forte calo rispetto al mese precedente (-1,7 punti percentuali). Lo rileva l’Istat.
Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all’8,9% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in calo di 0,7 punti percentuali rispetto a gennaio. Il tasso di occupazione rimane stabile, mentre quello di inattività cresce di 0,7 punti.
Nella classe di età 25-49 anni il tasso di occupazione a febbraio è in calo (-0,2 punti percentuali per i 25-34enni e -0,1 punti per i 35-49enni), mentre cresce tra gli ultracinquantenni (+0,4 punti). Il tasso di disoccupazione cresce tra i 25-34enni (+0,2 punti) e cala tra gli over35 (-0,1 punti tra i 35-49enni, -0,4 punti tra gli ultracinquantenni). Il tasso di inattività cresce per le persone tra 25 e 49 anni (+0,1 punti nella classe 25-34 anni e +0,2 punti nella classe 35-49 anni), mentre cala nella classe 50-64 anni (-0,2 punti).
Guardando alla media degli ultimi tre mesi il tasso di occupazione rimane stabile tra i 15-24enni e i 35-49enni, mentre cresce tra i 25-34enni (+0,3 punti) e gli ultracinquantenni (+0,2 punti). Il tasso di disoccupazione cala tra i giovani di 15-24 anni (-1,9 punti) e tra i 25-34enni (-0,1 punti) mentre cresce tra gli ultratrentacinquenni (+0,1 punti). Nello stesso periodo il tasso di inattività cresce tra i 15-24enni (+0,8 punti) e cala nelle restanti classi di età (-0,3 punti tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, -0,1 punti tra i 35-49enni).
Nell’arco di un anno il tasso di occupazione cresce in tutte le classi di età con variazioni comprese tra +0,3 punti percentuali per i 15-24enni anni e +1,7 punti per gli ultracinquantenni. Al netto dell’effetto della componente demografica, l’occupazione è in crescita su base annua in tutte le classi di età: +0,8% tra i 15-24enni, +1,0% tra i 35-49enni e +3,0% tra i 50-64enni. Si conferma quindi il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, anche per effetto dell’aumento dell’età pensionabile. Il calo della popolazione tra 15 e 49 anni influisce in modo decisivo sulla variazione dell’occupazione nei dodici mesi in questa classe di età, rendendola nulla tra i 15-34enni e negativa tra i 35-49enni. Al contrario la crescita della popolazione degli ultracinquantenni amplifica la crescita occupazionale, con un conseguente aumento del divario generazionale.
Il tasso di disoccupazione cala fortemente tra i giovani di 15-24 anni (-3,6 punti) e in misura più contenuta tra gli ultracinquantenni (-0,2 punti), mentre cresce tra i 25-34enni (+1,0 punti) e rimane stabile tra i 35-49enni. Guardando alla stima delle persone in cerca di occupazione, la dinamica della popolazione amplifica il calo tra i giovani 15-34enni e la crescita tra gli ultracinquantenni, mentre influisce sulla variazione dei 35-49enni rendendola negativa. Il tasso di inattività cresce tra giovani di 15-24 anni (+1,0 punti) e cala nelle restanti classi di età con variazioni comprese tra -0,8 punti per i 35-49enni e -1,7 punti per gli ultracinquantenni. Le variazioni tendenziali degli inattivi al netto delle variazioni demografiche mantengono tutte il segno negativo: il numero di inattivi cala dello 0,6% tra i giovani 15-34enni, del 3,9% tra i 35-49enni e del 4,4% tra gli ultracinquantenni.

(fonte DIRE)

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