NAPOLI – Carlotta Orefice ha 24 anni e capelli di un rosso ribelle. Esplode in sorrisi di vita quando parla dei suoi sabato sera in discoteca, della sua migliore amica Erika e dell’amore che le fa battere il cuore. Una semplice ragazza speciale, una principessa che ha fatto della sua carrozzina un trono. Carlotta non cammina, vive attaccata alle sue 4 ruote e ha il sogno della moda. La sua è una storia di ostinazione e di sfrenata voglia di vivere ed inizia all’età di 3 mesi, quando per lei e la sua famiglia nascono problemi dopo aver effettuato la prima vaccinazione.« Ha iniziato subito-racconta mamma Betty- ad assentarsi, ad isolarsi, ad avere problemi motori, lei così vivace. Non capivamo cosa fosse. Dopo il secondo richiamo di vaccino, all’età di un anno, ci siamo recati al Santobono di Napoli e poi in Svizzera al Kinderspital e qui ci hanno diagnosticato una leucodistrofia riferendoci che alla nostra piccola rimaneva poco tempo, massimo tre mesi. Al ritorno in Italia ci attende però un colpo al cuore, ci richiamano dalla Svizzera, scusandosi: “La diagnosi è sbagliata, ritornate”. Si succedono svariati tentativi di capire e innumerevoli viaggi per una famiglia incapace di scoraggiarsi, alla ricerca di verità e salvezza. « Non ci siamo mai fermati- continua- e grazie alla nostra determinazione, oggi abbiamo una certezza: a provocare i danni furono le vaccinazioni. Ho una certificazione chiara che lo attesta».
Carlotta vive i suoi giorni come tutte le sue coetanee. Ha scritto un piccolo diario intitolato “Quegli attimi di felicità”, frase che ha tatuato sul suo braccio sinistro per ricordarsi tutti i giorni chi è. «Mi considero- dice col sorriso sulle labbra- normalissima. Viaggio, vado a ballare, faccio le ore piccole, lo faccio più lentamente, ma non ho intenzione di rinunciare a nulla. Odio, a volte, gli sguardi inquisitori della gente. Odio la pietà che a me non serve. Odio apparire “diversa”. Mi sento fortunata, ho una famiglia, degli amici. Vivo e questo per me resta un grande e prezioso dono. La vita è bella e da seduta viaggio semplicemente più comoda».

di Carmela Cassese

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