NAPOLI- E’ in partenza il nuovo il corso di formazione gratuito “Carcere e volontariato”, promosso dal Csv di Napoli e provincia. Un percorso formativo che vuole avvicinare la realtà carceraria alla vita del cittadino comune. Mission dell’iniziativa è stimolare l’interesse verso il volontariato penitenziario, fornendo ai partecipanti le competenze di base per operare in questo ambito di intervento. Gli incontri, in totale 8, si terranno al Centro Europeo Studi di Nisida. Interverranno in qualità di formatori: Chiara Masi (Dirigente penitenziario- Casa Circondariale Napoli – Poggioreale – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Ministero della Giustizia) Isabella Mastropasqua (Dirigente Ufficio: Prevenzione della devianza – Dipartimento per la Giustizia Minorile e di comunità – Ministero Della Giustizia) Pasquale Calemme (Presidente CNCA Campania) Ornella Favero ( Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia) Rodolfo Matto (Teacher di Yoga della Risata presidente dell’Associazione Italiana di Yoga della Risata) Genoveffo Pirozzi ( Docente di psicologia generale ed applicata presso l’IIS G. Piscopo di Arzano) Don Fabio De Luca (Cappellano dell’Istituto Minorile di Nisida) Don Gennaro Pagano (Direttore Centro Educativo Diocesano Regina Pacis).
IL PERCORSO- «Per chi è costretto a vivere-dichiarano i promotori- nelle strutture penitenziarie è importante realizzare interazione e rete con il territorio. Questo tipo di esperienze permettono di ampliare e creare sinergie, e questo è l’obiettivo principale, perché quello che si riesce a fare all’interno del carcere con l’aiuto della cittadinanza deve poter avere anche una continuità fuori, e ciò si realizza anche creando nuove sensibilità e competenze attorno a quelli che sono i problemi delle persone detenute».
L’IMPORTANZA DEL VOLONTARIATO- «Percorsi di questo tipo- sottolinea Don Fabio De Luca, cappellano dell’Istituto Minorile di Nisida- sono necessari, soprattutto considerando i tempi in cui viviamo, caratterizzati da un’ assenza dello stato sociale fortissima. Non è un caso che spesso la Chiesa si sostituisca allo Stato, non per sua volontà, nell’aiutare persone che si ritrovano in particolari difficoltà. Il volontariato, in questo caso, può fare tantissimo. Questi giovani che escono dal carcere e che non hanno nessun punto di riferimento hanno la necessità di avere qualcuno che li guidi, sostenga ed assista e che aiuti loro ad avviare un reinserimento sano e pulito all’interno della società. Hanno bisogno di input positivi, di uno spunto nuovo che può senz’altro arrivare dal volontariato».

di Carmela Cassese

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