ROMA – Prende vita il primo pezzo della riforma del Terzo Settore (legge 6 giugno 2016, numero 106). Il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato il decreto legislativo con il quale si istituisce il Servizio Civile universale, disciplinandolo come «strumento di difesa non armata della patria, di educazione alla pace tra i popoli e di promozione dei valori fondativi della Repubblica». Un comparto che viene ridisegnato e che punta a coinvolgere annualmente 100mila giovani. Tra le novità, la possibilità di accesso ai cittadini dell’Unione Europea e agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia, la riduzione dell’orario lavorativo e maggiore flessibilità. Invariata invece l’età per partecipare: potranno farne richiesta tutti i giovani con un’età compresa tra i 18 ed i 29 anni (non ancora compiuti).
Raggiunto telefonicamente, esprime soddisfazione Enrico Maria Borrelli, Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile.
«L’approvazione di questo decreto è un risultato molto importante per il nostro mondo perché introduce una riforma significativa del servizio civile rendendolo universale, aperto cioè, a tutti i giovani che vorranno partecipare a questa esperienza. Questa è la novità più importante, perché culturalmente candida il servizio civile ad essere una palestra di educazione alla cittadinanza per tutte le nuove generazioni. Dal punto di vista organizzativo, significativa è la possibilità per gli enti di costituirsi in rete, condividendo energie e competenze per garantire un servizio civile di qualità. La riforma, introduce anche il principio della programmazione triennale che significa non più sviluppare progetti di corto respiro, ma programmare tutti insieme, quindi governo, istituzioni centrali, regioni, comuni e Terzo settore, le priorità sociali sulle quali il servizio civile deve prestarsi come strumento. Passare da una logica di progetto annuale ad una logica di programmazione, avvalorerà di efficacia e di capacità di impatto, l’utilizzo di questo strumento».
MANCA LA DELEGA: L’APPELLO- «Abbiamo sollecitato – continua Borrelli- a margine dell’approvazione del decreto l’esigenza che la delega al servizio civile, venga assegnata quanto prima. Al momento questo Governo che si è costituito in tutte le sue deleghe ministeriali ha lasciato scoperta esclusivamente quella ai giovani e al servizio civile. Inutile dire che in assenza di una controparte politica, la riforma non potrà partire perché mancherà di interlocutore con cui definire il nuovo modello e i nuovi obiettivi».

di Carmela Cassese

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