NAPOLI – Sono bambini. A volte lo dimentichiamo noi, lo dimenticano loro. Quando c’è di mezzo il calcio, però, tutto cambia. Vengono dal centro storico, dalle strade che scompaiono dietro Spaccanapoli ed entrano nei quartieri di Santa Chiara e San Lorenzo. Giocano a Scampia, nel campo della VIII Municipalità, “perché imparino che centro e periferia sono definizioni molto labili”. A organizzare la squadra, i tornei, gli allenamenti e tanto altro è Stella Rossa 2006, associazione sportiva dilettantistica per definizione, ma molto più, nella realtà.
LA SQUADRA  – “Nasciamo nel 2006, all’università L’Orientale di Napoli: fondiamo questa squadra che non era una asd, ma un semplice organismo informale, un gruppo di ragazzi che partecipava a un torneo interfacoltà”, spiega Irene, vicepresidente dell’associazione dal 2010, che prosegue: “Ho conosciuto i ragazzi nel 2008, durante un’occupazione dell’università, siamo diventati amici, compagni: nel 2010, abbiamo deciso di fare il grande passo, arrivando alla costituzione formale di associazione sportiva dilettantistica, insieme con Insurgencia, che ci propose di fare una squadra a undici. La collaborazione è durata un anno circa: ci siamo separati, per incongruenze gestionali, e siamo andati avanti autonomi, dal 2011 a oggi”. Il gioco del calcio è un veicolo, uno strumento, “per promuovere l’antirazzismo, l’antisessimo, l’antifascismo”, racconta Francesco, presidente di Stella Rossa 2006, “il nostro non è uno sport neutro, per così dire, svuotato da ogni significato che non sia lo sport in sé”.
LE ATTIVITA’ – Un principio che si riflette nelle iniziative della scuola di calcio, che si propone come scuola di valori: eventi con e per le comunità migranti; interventi per l’autodeterminazione della Palestina; manifestazioni contro il razzismo; partecipazione ad attività come il Mediterraneo Antirazzista, torneo itinerante tra le città italiane, ideato a Palermo e che fa tappa, con Stella Rossa, anche a Napoli, nel campo di Scampia. I protagonisti sono loro, i bambini dei quartieri del centro, eppure marginali: “L’idea è cercare di inquadrarli, di creare intorno a loro dei confini, in qualche modo, e di trasmettergli attraverso lo sport altri valori, l’idea che possono vivere in modo diverso la loro vita, che possono esserci altre strade da percorrere, un modo diverso di vivere la comunità, di vivere il territorio”, afferma Irene.
SPAZI SPORTIVI CERCANSI – Purtroppo la scuola di calcio popolare, gratuita e aperta a tutti, ha incontrato molti limiti, come spiega Francesco: “Al centro storico non ci sono spazi verdi né tantomeno adibiti allo sport: i ragazzini giocano in strada, con tutto quello che ne deriva”. L’associazione, così, ha cominciato a cercare asilo nei pochi campetti sparsi sul territorio: “Il Molosiglio a via Acton, che attualmente vede lavori in corso; il campetto del Dam a Montesanto; il parco Ventaglieri, dove devi contrattare, di volta in volta, con i bambini del posto per una partita”. Stella Rossa 2006 è una realtà autofinanziata, per questo non riesce a pagare, oltre al campo per gli adulti, anche quello per i bambini. “Abbiamo provato a chiedere l’utilizzo gratuito dei campi Lieti alla III Municipalità, una delle poche strutture sportive presenti nel centro storico, però non ci siamo riusciti perché i campi vengono dati solamente in gestione gratuita solo con determinati requisiti ristrettissimi”. L’utilizzo di una struttura fissa e non itinerante per le attività dell’associazione si traduce nella possibilità di costruire percorsi più solidi, duraturi nel tempo e inclusivi per chiunque si avvicini a questo sport e a questa filosofia di vita.

di Laura Longo

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