NAPOLI – «Oggi mi sento una persona serena, tranquilla, ho più stima di me stessa, ancora di più quando sento e vedo che lo stesso stato di tranquillità lo ritrovo nei miei figli. Questa esperienza mi ha insegnato a non frenarmi nel chiedere aiuto, ricominciando a fidarmi delle persone». Sono le parole di una donna che ha subito maltrattamenti dal proprio compagno ed è riuscita a venirne fuori dopo essersi rivolta allo Sportello antiviolenza Hypatia, gestito dalla cooperativa sociale Seme di Pace Onlus – che opera a Napoli e provincia nei settori dell’accoglienza e dell’educazione allo sviluppo – con il contributo della Caritas Diocesana (Fondo CEI 8×1000). Il progetto, pronto per la terza annualità, offre alle vittime sostegno psicologico, assistenza legale e sanitaria, aiuto per l’inserimento lavorativo e, alle madri e ai loro bambini, ospitalità presso strutture accreditate.
BORSE LAVORO, ASSISTENZA LEGALE E PSICOLOGICA – Di quanto è stato fatto finora e dei prossimi obiettivi si è parlato alla Caritas Diocesana, dove ha sede lo Sportello Hypatia, durante il convegno “Restituiamo dignità alle donne e ai bambini vittime di violenza”. «La grande maggioranza delle donne che si rivolge a noi – ha spiegato Luisa Annibale, presidente della cooperativa Seme di Pace – subisce violenza da partner o ex partner, nel contesto quindi di una relazione di intimità». In questi anni circa il 90% di loro ha usufruito delle consulenze psicologiche e di un percorso di psicoterapia breve, il 10% dell’assistenza legale. E ancora, nel corso delle due annualità sono state avviate cinque borse lavoro della durata di sei mesi che hanno permesso alle beneficiarie di raggiungere un’indipendenza economica, spesso l’ostacolo maggiore che impedisce di uscire da una situazione drammatica, come ha raccontato la donna che stamattina ha portato la sua testimonianza: «Questo aspetto è stato fondamentale per la mia realizzazione personale e sociale. In questi due anni sono arrivate a termine le sentenze delle cause giudiziarie civili e penali, riconoscendomi il risarcimento di ciò che lui materialmente mi ha tolto».
SOSTEGNO ALLE MADRI E AI LORO BAMBINI – Non tutte però riescono a farcela: durante il convegno si è discusso della difficoltà, per molte, di portare avanti il percorso sia terapeutico che legale e della ricaduta negativa che tale decisione ha sui figli, privati di una madre al pieno delle sue capacità. Le due azioni da sperimentare nella prossima annualità saranno rivolte a loro, sia in maniera diretta, attraverso la presa in carico anche dei bambini, sia indiretta, con l’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement, Desensitizazion Reprocessing), una nuova pratica psicoterapeutica che aiuta a superare le esperienze traumatiche e a sentirsi meglio in un modo più veloce. «Se vogliamo che ci sia un cambiamento sociale per eliminare la violenza di genere – ha aggiunto Don Enzo Cozzolino, Direttore della Caritas Diocesana di Napoli –, occorre attivare un cambiamento culturale all’interno di una riflessione più profonda, che coinvolga la tradizione della Chiesa, in cui c’è una forte presenza delle donne».

di Paola Ciaramella

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui