figlinfamigliaNAPOLI – Alcuni dei ragazzi che frequentano il civico 111 di via Ferrante Imparato nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio vivono abbandonati a sé stessi. «Magari il padre è in galera e la madre lavora tutto il giorno. Nella migliore delle ipotesi», racconta la fondatrice dell’associazione Figli in Famiglia, Carmela Manco. Entrando dalla porta della sede dell’associazione risaltano alla vista tavoli da pranzo, una scrivania, una libreria, un divano. Una living room da fare invia alle migliori case della Napoli bene. È l’ingresso di Figli in famiglia. Un biglietto da visita di tutto rispetto  per quella che, come dice il nome stesso, è un posto dove chiunque si sente come a casa propria, in famiglia appunto.

L’ASSOCIAZIONE – Figli in famiglia lavora sul territorio di San Giovanni a Teduccio da oltre trent’anni. Già nell’83, ancor prima di creare l’associazione, alcuni giovani del quartiere di Napoli est si davano da fare per togliere dalla strada i ragazzini che vivevano in situazioni difficili. In un primo momento facendo attività in parrocchia. Poi spostandosi di fronte la chiesa di via Ferrante Imparato, in quella che poi sarebbe diventata da sede dell’associazione. Una strada lungo e difficile. Dalle sfide del quotidiano a quelle legate alle spese importanti, come il pagamento del mutuo.

CARMELA MANCO – Decine e decine di persone di ogni età ed estrazione sociale frequentano le stanze gestite dai volontari che aiutano Carmela Manco. Per lo più di pomeriggio quando si svolgono molte attività. Dalle ripetizioni al karate. Dal teatro al canto. Ogni giorno ruotano pressappoco cento bambini. In alcuni periodi anche molti di più. La scorsa estate il progetto Scuola aperta ha visto partecipare 273 bambini.

di Ciro Oliviero

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