NAPOLI- L’associazione Codici, realtà di cittadini impegnata ad affermare, promuovere e tutelare i diritti dei cittadini con particolare riferimento alle persone più indifese ed emarginate,  scrive al Presidente del Tribunale di Roma: troppa ostilità dei magistrati della sezione civile verso le azioni collettive dei consumatori ( Class Action ed Inibitorie). “Così si rischia di affondare la riforma del Codice del Consumo e lasciare il mercato in mano ai più furbi e ai prepotenti “. Con una nota CODICI si è rivolta al Presidente del Tribunale di Roma, Mario Bresciano,  per portare alla sua attenzione “la forte resistenza che viene dai giudici della sezione civile  verso le azione collettive dei consumatori”. Di seguito la nota di Codici Campania. “Le azioni collettive hanno una precise funzione sociale prevista dalla legge e sono volte alla tutela del consumatore e a garantire a correttezza del mercato verso comportamenti che altrimenti non verrebbero sanzionati a causa dell’alto costo delle azioni giudiziarie che un privato da solo non affronterebbe mai. Dall’azione collettiva contro AMA , salvata da una disquisizione su contribuente e consumatore, alla recente class action contro ENEL per i ritardi della maltempo del 2012 che lasciò intere zone senza energia, in cui si è addirittura disconosciuta l’applicabilità dell’azione collettiva perché l’evento era straordinario ignorando le prove portate dall’associazione sulle negligenze della società in tema di obblighi di salvaguardia, alla recente e ultima decisione per l’inibitoria contro la NISSAN in cui il giudice non ha dato alcun peso e credito a ciò che dichiaravano i consumatori proprietari dei mezzi e a quanto riportato dalla prestigiosa rivista 4 Ruote nonché dal maggiore produttore di impianti GPL d’Italia, arrivando ad affermare che l’associazione non ha dato prova delle lagnanze a supporto del provvedimento chiesto. I giudici del Tribunale di Roma mostrano una certa riottosità ad accettare la figura dei corpi sociali a tutela di interessi collettivi, in qualche caso manifestando un  vero e proprio fastidio per il fatto che organismi collettivi invadano il tempio del diritto soggettivo.

Si lamenta che nelle azioni intraprese ci si sia scontrati con indirizzi giurisprudenziali alquanto discutibili volti a rendere complessa l’applicazione della norma  e venga richiesto un rigore probatorio inusuale nelle stesse cause civili ordinarie . Se si pensa che il legislatore ha invece “alleggerito” la prova in favore delle associazioni dei consumatori, proprio per favorire quell’effetto di  tutela regolatrice del mercato, ci troviamo di fronte ad una ostilità culturale che inibisce e sterilizza le azioni collettive , in qualche caso arrivando a sanzionare il “sacrilegio” con condanne alle spese ingiustificate. In questo modo si disincentivano le azioni collettive e si rischia di affondare una riforma del mercato che già vive mille difficoltà. Le associazioni dei consumatori chiedono solo parità di trattamento e riconoscimento del loro ruolo sociale che  legge gli attribuisce : Le associazioni dei consumatori e degli utenti sono legittimate ad agire a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti ( Art. 137 del Codice del Consumo)”.

di Danila Navarra

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