Targa in memoria di Gianluca Cimminiello a SecondiglianoNAPOLI – Era il 2 febbraio 2010 e Gianluca Cimminiello non si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, come spesso accade per le vittime innocenti di camorra. Alle 19,10 Gianluca, tatuatore 31enne di Secondigliano, si trovava da “Zendark Tattoo” a Casavatore, lo studio che gli aveva permesso di trasformare la sua passione per i tatuaggi in un lavoro che amava smisuratamente. Un cliente entrò nel suo negozio e chiese al ragazzo un preventivo per una sua opera, fotografata ed esposta in vetrina. Fu ucciso in quell’istante, da quel cliente con il cappello alzato fino sopra il volto. Morì sul colpo, con un proiettile conficcato nel torace ed un altro nella gamba. Gianluca è stato giustiziato dopo una inconsapevole condanna a morte decretata direttamente dai clan di Scampia. E’ stato ucciso per il fanatismo di un suo rivale in affari. Non aveva digerito una fotografia in cui il 31enne compariva di fianco al calciatore del Napoli Lavezzi, pubblicata su Facebook poco tempo prima dell’agguato. Gianluca aveva scattato quella foto per mettere in guardia i clienti da chi si vantava di aver tatuato personaggi famosi. Sotto la foto, infatti, scrisse: “L’artista è il tatuatore, non chi tatui. Puoi tatuare anche Michael Jackson e Bruce Lee ma ciò che conta è il RISULTATO SULLA PELLE. Non fatevi fregare o ingannare, guardate i tattoo. Senza offesa per nessun collega, solo per l’incolumità dei clienti”. I pm hanno accertato che fu proprio quel post ad indispettire Vincenzo Donnacuio, “Enzo il Cubano”, un tatuatore di Melito, storico concorrente di Gianluca. Dopo la pubblicazione della foto, decine di clienti si complimentarono con lui ma in un messaggio inviatogli proprio da Donniacuo, questi scrisse che il Pocho “avrebbe dovuto tatuarlo lui e nessun altro” e che sabato sarebbe “passato nel tuo negozio”. Quel sabato, invece, allo studio di Zendark si presentarono tre persone, un commando di cui faceva parte anche il parente di un boss. Sarebbe stato proprio Enzo a chiedere al clan di Scampia di punire il suo amico-rivale. Un avvertimento, nient’altro. Il commando voleva soltanto intimidirlo ma non ci riuscì. Tra i suoi tanti hobby, Gianluca aveva quello per le arti marziali e per la kick-boxing. Passioni, come quella per l’arte, che aveva imparato a coltivare già dall’adolescenza, durante i sette anni trascorsi in collegio. Fu semplice per lui scacciare il commando che cercava di aggredirlo. Gianluca reagì, sferrando un pugno proprio al parente di un boss degli Abete-Notturno-Aprea. Pochi giorni dopo, il clan decise di punire questo affronto con l’omicidio di Zendark.

IL PREMIO – A sei anni dalla scomparsa del tatuatore, il Presidio di Libera Vomero-Arenella presenterà la seconda edizione del Premio Cimminiello – “Per non restare all’angolo”. Il Premio sarà assegnato ai migliori elaborati artistici sul tema “Lo sport come opportunità di riscatto”, prodotti dai ragazzi che hanno aderito al bando di Libera. La cerimonia di premiazione si svolgerà domani alle 18.30 nella palestra “Fitness Village”. Ai vincitori, due abbonamenti semestrali di kick-boxing.

LA MARATONA – Alla memoria di Gianluca è stata dedicata anche una Maratona della Legalità, promossa dall’amministrazione comunale di Napoli con le associazioni Libera Sport, Nuova cooperazione organizzata di don Peppe Diana e Fondazione Po.li.s. nel 2013. Con il tatuatore venivano ricordati anche Dario Scherillo, 26enne ammazzato per errore nel 2004 mentre a Secondigliano si consumava una guerra di camorra per il controllo della droga, Andrea Nollino, ucciso fuori al suo bar nel 2012 per uno scambio di persona e Attilio Romanò, imprenditore di 29 anni, nel 2005 vittima innocente della faida di Scampia. I nomi di Andrea, Dario, Attilio e Gianluca sono stati inseriti nell’elenco dei 355 campani morti da innocenti stilato dalla fondazione Polis. Una lista in costante aggiornamento. A quei 355 nomi di uomini, donne, bambini e bambine incolpevoli saranno aggiunti i nomi delle vittime innocenti del 2015, come il 17enne Genny Cesarano, studente ammazzato alla Sanità, ed il 27enne Maikol Giuseppe Russo, ucciso a Forcella la sera di San Silvestro.

di Nadia Cozzolino

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