ROMA – La norma per dare un po’ di respiro ad aziende e consumatori c’è ma non viene applicata Con l’ultima legge di stabilità il governo ha inserito l’opzione per i privati e gli imprenditori di sospendere la quota capitaria dei mutui per il biennio 2015 –17. Il provvedimento (art. 1 comma n. 246 l. 190/2014) era stato salutato come una grande occasione per il rilancio dell’economia. Grazie allo strumento, è possibile slittare il pagamento senza costi aggiuntivi mediante una semplice istanza. Dopo anni in cui i governi permettevano che gli istituti di credito cambiassero liberamente le condizioni, questa norma sembrava introdurre misure efficaci per risollevare i consumi data la situazione stagnante che vive il Paese sul piano dell’economia sociale. Ma la legge, nonostante sia già in vigore, non ha trovato piena esecutività perché i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia non hanno ancora concordato le modalità attuative insieme a banche, associazioni dei consumatori e imprese.
CODICI – Per questo motivo, Rete Consumatori Italia – il nuovo soggetto frutto della collaborazione fra le Associazioni Assoutenti, Casa del Consumatore e CODICI – ha inviato una diffida all’indirizzo del ministero dello Sviluppo Economico e dell’Economia al fine di accelerarne i tempi di applicazione. «Ad oggi i dicasteri non hanno ancora adempiuto ad adottare e approvare tutte le misure necessarie per attuare la norma – dichiarano Furio Truzzi, Presidente Assoutenti, Giovanni Ferrari Presidente Casa del Consumatore e Ivano Giacomelli Segretario di CODICI -. Tale ritardo, oltre che a vanificare le intenzioni del legislatore, sta arrecando pregiudizio agli interessi e ai diritti dei consumatori e degli utenti, i quali si vedono privati di uno strumento che consente la realizzazione dei bisogni privati, ma soprattutto che consente la soddisfazione di un interesse generale alla ripresa economica. La mancata attuazione della norma – aggiungono  – lede gli interessi delle scriventi organizzazioni, sia in quanto enti esponenziali degli interessi diffusi della categoria dei consumatori e utenti, sia in proprio per violazione dei rispettivi scopi statutari».
ABI –  Va detto che per il momento ai ministeri si è sostituita l’Abi (associazione banche italiane) che ha messo in piedi un tavolo con le imprese e uno con i consumatori per rivedere al ribasso i criteri della legge. In particolare l’Associazione dei bancari vuole introdurre il limite di sospensione a 12 mesi e definire una platea dei destinatari. Nella diffida Rete Consumatori Italia chiede (in virtù della legge sulla “trasparenza”) la convocazione di un tavolo tecnico o comunque la determinazione di  tutte le misure necessarie al fine di sospendere il pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017. «Se i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico non interverranno prontamente siamo pronti a ricorrere alla Giustizia amministrativa», concludono i responsabili di Rete Consumatori Italia.
 

 di Danila Navarra

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