volontari_napoliROMA – Città del Nord e città del Sud sempre più lontane, con una frattura netta che spacca in due il paese. E una città, Napoli, che perde anche laddove le altre del sud guadagnano e si piazza nelle ultime posizioni per occupazione, benessere economico, numero di omicidi. È quanto emerge dal Rapporto UrBes 2015 presentato da Istat e Anci che disegna la situazione del benessere equo e sostenibile in 29 città italiane, divise tra metropolitane e piccoli comuni, fornendo una panoramica sullo stato delle realtà urbane del nostro paese, analizzate in 12 diversi ambiti, dalla salute all’istruzione, dalla sicurezza al lavoro, dai servizi all’ambiente. Con al centro il tema del benessere che si registra nelle città, misurato sulla base dei dati definitivi del censimento del 2011.

SALUTE – Se le condizioni di salute generali migliorano, con l’Italia ai primi posti in Europa per speranza di vita alla nascita (84,6 anni per le femmine e 79,8 per i maschi), nel Mezzogiorno la situazione è complessivamente meno favorevole, con i livelli più bassi a Napoli, Palermo e Catania. Per chi vive a Napoli, la speranza di vita si abbassa di 2,2 anni, anche se migliora rispetto alla rilevazione del 2004: per gli uomini la speranza di vita è pari a 77,6 anni e per le donne a 82,4 anni. Si vive meno, ma si muore anche meno per incidenti stradali o per malattie del sistema nervoso.

ISTRUZIONE – Se altissima è a Napoli la partecipazione alle scuole dell’infanzia con un 95,6% dei bambini tra i 4 e i 5 anni iscritti, la situazione peggiora man mano che si cresce. Tutto il Mezzogiorno registra livelli di istruzione più bassi (un dato fra tanti: nel sud si diploma il 51,4 % contro il 60% del Nord), ma Napoli è la città col numero maggiore di Neet, ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Mentre in Italia sono il 22,5%, a Napoli il dato quasi raddoppia, arrivando al 42% in città e al 39,4% in tutta la provincia

LAVORO E BENESSERE ECONOMICO – Mentre le disuguaglianze già proliferavano, la crisi economica ci ha messo il suo e ha aiutato a segnare il solco tra le due Italie. Nella provincia di Napoli nel 2013 risulta occupato il 40,2% delle persone tra i 20 e i 64 anni, 3,3 punti percentuali in meno rispetto al 2008, 5,4 punti in meno rispetto alla media del Mezzogiorno e ben 19,6 rispetto a quella nazionale. Quei pochi occupati che ci sono, quasi sicuramente non sono donne (il divario di genere è “elevatissimo”, si legge nel rapporto, 25,8% percentuali), mentre sicuramente guadagnano meno dei colleghi del nord . Se a Milano il reddito medio pro capite delle famiglie è di 26.000 euro, a Napoli, insieme a Catania, Messina e Reggio Calabria, lo stipendio è giusto la metà, 13.000 euro. Va da sé che il benessere economico delle famiglie mostri dati problematici, con un reddito disponibile diminuito e difficoltà economiche dovute all’elevata quota di persone che vivono in famiglie dove nessuno lavora. Unico dato positivo evidenziato dallo studio, la diminuzione del tasso di mortalità sul lavoro.

SICUREZZA – Furti in abitazione al Nord, borseggi al Nord-ovest, rapine al sud. La mappa del crimine italiano, disegnata in base ai reati denunciati alle forze dell’ordine, vede forti differenze nelle tipologie e nella diffusione dei reati, con in generale sul territorio nazionale la diminuzione dei reati più violenti, come gli omicidi, e l’aumento di quelli sulla proprietà, complice anche in questo caso la crisi economica. Ma mentre a Napoli diminuiscono i furti con destrezza e le rapine, aumenta il tasso di omicidi, 2 ogni 100.000 abitanti. Fa peggio solo Reggio Calabria.

NO PROFIT E POLITICA – In tutta Italia cresce il settore del no profit e la presenza associazionistica nel tessuto sociale. Una crescita che, nel comune di Napoli, si traduce in un aumento dei volontari attivi, dai 202,5 ogni 10 mila abitanti nel 2001, ai 337 del 2011, aumento considerevole, anche se la partecipazione continua ad essere meno attiva rispetto al nord e al centro del paese. Nell’ambito della politica e della partecipazione del cittadino, il dato più rilevante sul territorio nazionale è quello dell’aumento della presenza delle donne nelle istituzioni. Miglioramento che si registra anche al sud, pur restando intatta la distanza siderale col resto del paese: a Napoli ogni 100 eletti ci sono 10,4 donne, al nord 22.

di Antonella Migliaccio –  @antonellamiglia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui