CATANIA – Per qualche tempo sono stati accolti all’interno del Cara di Mineo o in uno dei diversi centri d’accoglienza del catanese della rete Sprar, poi hanno deciso di diventare loro stessi volontari, garantendo assistenza e aiuto alle fasce deboli. Settanta immigrati e richiedenti asilo si dedicano alcuni giorni a settimana ad anziani soli di due istituti, bambini e senza dimora. L’iniziativa, riportata da Redattore sociale, è portata avanti dalla comunità Sant’Egidio di Catania che conta anche sul servizio svolto da altri 200 volontari italiani, in gran parte giovani, impegnati anche nell’accoglienza nell’operazione Mare Nostrum.
Oggi a Catania non ci sono più centri di prima accoglienza e i migranti si trovano tutti nelle strutture dello Sprar e nel Cara di Mineo. “Continuiamo a seguirli lo stesso – spiega il responsabile della comunità di Sant’Egidio etnea Emiliano Abramo, intervenuto al seminario “L’Immigrazione che verrà. Dal respingimento a Mare Nostrum. Dall’Italia all’Europa” – e 70 di loro sono diventati nostri volontari. 40 provengono dal Cara di Mineo e una trentina dagli Sprar. Alcune volte alla settimana li preleviamo dai centri per farli dedicare alle fasce più deboli della città: anziani, bambini e clochard. Gli anziani si trovano in due istituti e i bambini sono quelli che seguiamo in attività di doposcuola e animazioni nella nostra scuola delle pace frequentata da italiani e stranieri. Inoltre, all’interno del Cara di Mineo, che in questo momento conta circa 3500 persone, tra uomini e donne, una volta alla settimana organizziamo una preghiera con i migranti animata da loro stessi. L’esperienza ci dimostra che alimentare il circuito virtuoso del volontariato di italiani e stranieri è molto importante per tutta la società”.

di Redazione@comilsoc

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