babylossNAPOLI- Davide, Maria, Marco, Iacopo, Aurora,  Tommaso, Francesco, Viola, Angelo. Nomi di persona apparentemente scollegati tra loro, ma profondamente legati da un destino comune, quello di non essere mai nati o di essere stati al mondo solo per pochi giorni. Sono i “Baby loss”, i nostri figli mai nati, perché morti in utero nell’ultimo trimestre di gravidanza, o vissuti solo per pochi momenti.  E’ per loro, e soprattutto per non dimenticarli, che il 15 ottobre si celebra la “BabyLoss Awareness Day”, la giornata mondiale della consapevolezza delle morti infantili e perinatali. Un problema grave e di cui si parla poco, ma che riguarda 1 su 250/300 nascite nei paesi  industrializzati, 10 volte la frequenza della morte in culla.

In Italia una gravidanza su 300 si conclude con la morte del bambino a fine gravidanza o dopo la nascita. Dal 1983 in tutto il mondo, per sensibilizzare l’opinione pubblica e  gli operatori sanitari su questo problema e sulle risorse disponibili, si celebra in Ottobre il mese  della consapevolezza sulla morte infantile e sulla perdita in gravidanza, al fine di sviluppare una cultura su questo tema, e di fornire sostegno ai genitori colpiti. Dal 2007 anche l’Italia ha aderito a questo importante progetto grazie all’impegno dell’associazione CiaoLapo Onlus. «Nonostante i progressi della medicina prenatale, questo tasso è rimasto pressoché invariato negli ultimi dieci anni- sottolinea Claudia Ravaldi, psichiatra e psicoterapeuta, fondatore e presidente di CiaoLapo Onlus-. In Italia, circa 2500 famiglie annualmente perdono il loro bambino nell’ultimo trimestre di gravidanza o nei primi giorni di vita, spesso senza una causa apparente. Studi internazionali ci dicono che un attento esame di ogni singolo caso potrebbe individuare le cause nel 70% dei casi, e questo potrebbe essere utile per prevenire altre morti nelle gravidanze successive».

Ottobre è il mese in cui le associazioni che offrono sostegno ai genitori colpiti da questo lutto si  confrontano e condividono le loro esperienze promuovendo in tutto il mondo una serie di attività coordinate. Anche a Napoli, quest’anno, genitori e operatori si incontreranno per informare e sensibilizzare sul tema: l’appuntamento è per mercoledì 15  ottobre a piazza Dante, dalle ore 16.00. Stand informativi e materiale cartaceo  per sensibilizzare la cittadinanza a un problema che coinvolge sempre più persone, ma ancora troppo poco conosciuto. Verso le ore 19, invece,  la piazza verrà inondata da un’onda di luce. Se in tutto il mondo ogni persona accende una candela alle ore 19 locali e la mantiene accesa per un’ora, per tutta la giornata del 15 Ottobre un’onda di luce attraverserà il globo, illuminando progressivamente tutto il pianeta, un fuso orario dopo l’altro. Si tratta di un modo simbolico per sentirsi idealmente uniti con molte altre persone nel mondo, accomunate da un lutto che invece abitualmente isola: la morte di un bambino. Basta una luce per non dimenticare e tenere vivo un ricordo.

di Walter Medolla

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