onda2NAPOLI – Non c’è più giugno senza Pride. L’appuntamento annuale con l’orgoglio gay si è rinnovato sabato 28 giugno, partendo nel pomeriggio da Piazza Dante e percorrendo via Toledo, Piazza del Plebiscito, fino a giungere in via Partenope.
Tre carri hanno accompagnato il corteo, ma la presenza di associazioni e istituzioni non è certo mancata: lo stesso sindaco De Magistris ha marciato in testa al corteo, insieme alla madrina dell’evento Giuliana De Sio.
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Deboli gli sguardi di disapprovazione dei passanti, molteplici le scene di integrazione e coinvolgimento: chi è rimasto a lavoro negli esercizi commerciali si è avvicinato alla strada per ballare, chi invece si è trovato travolto dall’Onda mentre passeggiava, ha iniziato a marciare e a sorridere per la dilagante allegria dei manifestanti.
«Questa manifestazione ha nel suo dna la valorizzazione delle differenze», ha sottolineato il Sindaco Luigi De Magistris. Oggi le differenze che il Pride va a sottolineare sono anche e soprattutto quelle delle famiglie: scendere in piazza e per le strade per manifestare l’orgoglio della comunità LGBTQ serve anche a mettere l’accento sulla questione del matrimonio. Nel 2012 il Comune di Napoli, uno dei primi in Italia, ha istituito il registro delle unioni civili anche per persone non eterosessuali, ma il desiderio ultimo è costituito dal matrimonio civile per la creazione di una vera e propria famiglia.
Grande attenzione per la disabilità: sul palco del Pride nella cornice del lungomare la traduzione simultanea in Lingua Italiana dei Segni per i non udenti ha tradotto le richieste alle istituzioni, oltre che per la famiglia, anche per la tutela dei diritti civili con l’emanazione di leggi che puniscano i crimini dettati dall’omofobia.

di Claudia Di Perna

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