migrantiROMA – Circa 30 persone sono state trovate senza vita nel Canale di Sicilia, a bordo di un’imbarcazione carica di 590 migranti, soccorsa nella notte dalla nave Grecale dell’operazione Mare Nostrum. Stipati in una parte angusta del barcone, i rifugiati sono morti molto probabilmente per asfissia.
«Questa ennesima tragedia mostra chiaramente quale sia la realtà dei viaggi a cui chi fugge da guerre e persecuzioni è costretto a sottoporsi», racconta a Redattore Sociale padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli. «Non si muore solo per le avverse condizioni del mare, ma anche per il sovraffollamento di imbarcazioni sempre più fatiscenti, in cui trafficanti senza scrupoli imbarcano a caro prezzo centinaia di persone. Un’esperienza che lascia il segno anche nei sopravvissuti, a volte persino più dei traumi subìti nel proprio Paese prima della partenza». Il Centro Astalli ribadisce l’urgenza di istituire canali umanitari sicuri per chi cerca asilo in Europa.

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