AlzheimerBARI – Si trova nel capoluogo pugliese (via Papa Benedetto XIII, 21) la prima casa- Alzheimer d’Italia dedicata a Don Tonino Bello. A volerla, l’Associazione Alzheimer Bari onlus, costituitasi nel 2002 su richiesta del giornalista  Ignazio Schino e attualmente presieduta da suo figlio, Pietro.
IL PROGETTO – Si tratta di  una novità assoluta nel panorama assistenziale del nostro Paese: ne esistono, infatti, di simili solo in Olanda. Sarà inaugurata lunedì 16 dicembre alle ore 11, dall’attore pugliese Sergio Rubini. Toccherà a lui, infatti,  tagliare il nastro dell’iniziativa alla presenza delle diverse autorità istituzionali locali, dei pazienti e dei loro familiari. Durante l’evento sarà proiettato il corto “L’Abbandono” che tratta il tema della malattia. «Casa Alzheimer – commenta il Presidente Schino- nasce per dare ai malati e ai familiari che li assistono,i caregivers, la protezione necessaria nella fase iniziale e moderata della malattia: un luogo d’accoglienza che non è un ospedale, né una residenza sanitaria assistita, né un centro diurno, ma una casa in cui essere accolti e seguiti nel lungo e difficile percorso della malattia da educatori e psicologi. Un luogo dove si eseguono attività utili al recupero cognitivo e in cui, magari, ci si può prendere un caffè con gli altri ospiti e i loro familiari, scambiando esperienze ed emozioni, proprio come se si stesse nella propria casa».
RIATTIVARE LA MEMORIA – Molte le attività in programma tra cui la “pet therapy”, incontri di gruppo con ascolto di musica, lettura di libri e giornali, realizzazione di piccoli oggetti. Tutte queste attività hanno un unico scopo: riattivare la memoria e l’attenzione verso il mondo esterno. Si avrà, inoltre, l’opportunità di  sottoporsi a visite specialistiche all’interno della struttura o  a servizi di Assistenza alla persona. Casa Alzheimer ospiterà anche un centro di ascolto, gestito dai volontari dell’Associazione, per rispondere tra l’altro, alla più angosciante delle domande che assale chi si confronta con la realtà di un parente colpito dalla  demenza: che fare?.«Dare un ambiente familiare ai pazienti ed ai loro caregivers -dice Katia Pinto, psicologa e  vicepresidente dell’associazione-  è il nostro obbiettivo: affrontare questa malattia in solitudine può essere devastante anche psicologicamente. Noi siamo qui  per dare ai nostri associati  (l’Associazione  barese conta attualmente oltre cento iscritti ) conforto e sostegno pratico: supporto riabilitativo e psicologico e, soprattutto, la possibilità di non sentirsi soli nel difficile percorso della demenza»
 

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