580595_10201027338622061_864835719_nSALERNO. «No alle merendine confezionate e agli usa e getta». Nelle mense di un maxi istituto del Cilento si usano piatti e bicchieri di vetro e vengono servite solo merende bio, realizzate con i prodotti degli orti coltivati dagli stessi alunni. L’idea porta la firma della dirigente scolastica Maria De Biase. «Coinvolgere i bambini in un processo di autoproduzione – ha spiegato – credo sia il futuro. È istruttivo per loro assistere all’intero ciclo: dalla semina e la crescita, al raccolto dei prodotti della terra che consegnano alla cuoca e ritrovano sulle tavole». Pane e olio, broccoli, noci mandorle e fichi: superando anche lo scetticismo di alcune mamme, gli alunni delle materne, elementari e medie, dell’istituto comprensivo di Santa Mariana Policastro, Caselle in Pittari e Casaletto mangiano con gusto la loro merenda cento per cento naturale. «È la magia dello stare insieme – ha commentato De Biase – giocano e si divertono».
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Non solo lavagna e gesso, nella scuola del Cilento, alla didattica tradizionale si aggiunge un nuovo modo di fare scuola. L’italiano, l’inglese, la geometria, l’arte e le scienze si studiano, infatti, anche all’aperto. «L’orto è una sorta di laboratorio – ha sottolineato la direttrice – si presta a qualsiasi tipo di disciplina. Inoltre in queste occasioni, la scuola si apre anche alle famiglie ed è bello vedere i bambini fare attività con i genitori e soprattutto con i nonni». L’iniziativa coinvolge tutti: dagli allievi più piccoli ai più grandi delle scuole medie, con i quali sono stati seminati quattro varietà di grano antico e realizzata la biblioteca del grano.
Orti sinergici, mensa a Km 0, merendine bio, ma anche compostaggio. L’istituto comprensivo Santa Mariana Policastro porta avanti anche un progetto che punta ad abbattere l’emissione dei rifiuti. «I bambini di quinta elementare, aiutati dalle maestre – ha sottolineato Maria De Biase – costruiscono compostiere da orto-giardino e da balcone per le famiglie che lo richiedono. Spiegano come si utilizza, la vanno a controllare, diventano esperti ambientale e diffondono le loro buone pratiche. Nelle compostiere realizzate per la scuola – ha aggiunto – gli stessi allievi gettano i rifiuti organici che diventano concime, utilizzato nella terra». Il progetto, nato nell’istituto Teodoro Gaza a San Giovanni a Piro, viene portato avanti, dalla dirigente, da sette anni. «L’idea – ha precisato – è nata per una ferita, per un dolore che mi portavo dentro. Venivo dalla “terra dei fuochi”, ho assistito al disastro accaduto in quei territori, per questo motivo, arrivata in queste spettacolari zone del Cilento, ho voluto lavorare sulla prevenzione e non c’è modo migliore che partire dall’educazione delle nuove generazioni». Facce allegre e coloratissime, nei cortili degli istituti c’è spazio anche per i “bidolio” per il recupero degli oli di scarto con i quali viene realizzato il sapone. «L’anno scorso – ha raccontato Maria De Biase – abbiamo coinvolto tre nonne, che hanno condiviso con noi le loro ricette, grazie alle quali abbiamo realizzato saponette di varia forma, che vengono anche utilizzate a scuola. È molto educativo per gli studenti – ha concluso – gettare nei bidoni un rifiuto, l’olio alimentare esausto, e poi riportarlo a casa sotto forma di sapone».

di Emiliana Avellino

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