NAPOLI – La sigla «Pfu» già richiama qualcosa che sa di scarto. «Pfu» vuol dire Pneumatici Fuori Uso, uno dei problemi più grandi se non il principale che caratterizza la cosiddetta Terra dei fuochi. Forse è il principale perché non c’è quasi niente di meglio che uno pneumatico da incendiare per innescare i roghi tossici che devastano tutta l’area che va dalla zona nord di Napoli al Casertano. Il fuoco sprigionato da una gomma di auto, resiste, contamina e libera da solo nell’aria una quantità di diossina che basta a lanciare l’allarme. I Pneumatici Fuori Uso in provincia di Napoli nel corso degli anni passati hanno dato vita ai cosiddetti «cimiteri delle gomme», discariche pericolose come le altre per carità ma che hanno un impatto visivo particolarmente sgradevole, annunciano subito la marginalità e il degrado della periferia. Da un po’ di tempo i «Pfu» sono diventati da problema una risorsa. Sì perché quella gomma ormai inservibile per far circolare le autovetture e i camion, viene trasformata in grani che poi diventano asfalto, campi da gioco, aree gioco per bambini, arredo urbano e materiale isolante. Nel progetto ci hanno creduto alcune tra le principali case produttrici di gomme per autoveicoli, e case automobilistiche del calibro di Fiat, Mercedes e Volkswagen. I tedeschi in particolare sono diventati soci del consorzio «Ecopneus» che tratta i «Pfu». I risultati? Il primo è sotto gli occhi di tutti dal 23 ottobre scorso quando presso il complesso monumentale di San Nicola da Tolentino a Napoli è stato inaugurato un campo di calcio a cinque, il popolarissimo calcetto, realizzato con quei grani di gomma resuscitati da uno dei cimiteri di pneumatici ormai fuori uso. L’Associazione onlus l’Altra Napoli, Geos Environment e Ecopneus (con dentro i tedeschi di Mercedes e Volkswagen) hanno aperto agli sportivi questa struttura che — e qui siamo al limite del paradosso — se realizzata con materiale non riciclato sarebbe costata certamente di più. Archiviato il caso del campo di calcetto a Napoli, la sfida si concentra ora su un’altra area: il cimitero delle gomme a Scisciano che sorge nel deposito E.R.I. Italia, in via Cerqua Sant’Antonio. I numeri di quel cimitero fanno spavento: 7500 metri quadri, l’altezza media dei cumuli di gomme è quattro metri, per un volume totale stimato… continua a leggere l’articolo su corrieredelmezzogiorno.it
 

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