Pietropaolodi Silvia Aurino
FIRENZE – Maria Giovanna Pietropaolo è la prima italiana ad aver vinto il prestigioso premio Henry Dunant per i diritti umani. La sua, più che una storia “a lieto fine”, è una storia ancora tutta da scrivere, ma con delle ottime premesse. Maria Giovanna si è laureata in Giurisprudenza a Firenze, riuscendo poi ad entrare nell’Accademia del Diritto Umano Internazionale e dei Diritti Umani di Ginevra, centro d’eccellenza nel settore. Terminato il Master, ha subito iniziato un tirocinio retribuito presso il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Impegno, passione e bravura le sono valse il premio dedicato al fondatore della Croce Rossa Henry Dunant, tradizionalmente attribuito ad “un lavoro accademico eccezionale che contribuisca ad approfondire e rinnovare l’impegno nel campo dei diritti umani”. A Maria Giovanna abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza e, soprattutto, cosa significhi mettere la propria professionalità al servizio dei diritti umani.
Quando hai deciso di voler dedicare la tua vita professionale ai diritti umani in ambito internazionale?
Ho sempre avuto una grande ammirazione per coloro i quali si impegnano a favore ‘dell’altro’. Le professioni legate alla tutela dei diritti umani mi affascinano perché rappresentano un modo di ‘istituzionalizzare’ in una carriera questo slancio sociale. Ho concluso i miei studi da appena tre mesi, per cui non si può dire che io abbia ufficialmente preso la decisione di dedicarmi ai diritti umani da un punto di vista professionale. Quello che so è che ho iniziato, già dai tempi del liceo, a fare tanti piccoli passi in questa direzione.
Come nasce la tua esperienza accademica in Svizzera?
Una volta ‘messa in valigia’ la maturità classica, sono partita per Firenze dove ho perseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza. Durante un periodo di studio di 6 mesi a Leuven, in Belgio, ho avuto l’opportunità di approfondire la mia conoscenza del diritto internazionale ed ho così deciso di dedicare a quest’ambito il mio lavoro di tesi. E’ stato proprio il mio relatore, alla luce del mio interesse per la materia, a suggerirmi di fare domanda all’Accademia di Ginevra di Diritto Umanitario e Diritti Umani dove ho trascorso un anno accademico di ricca ed approfondita preparazione accademica.
Cosa hai provato quando ti è stato attribuito il prestigioso premio Henry Dunant?
Mi son sentita onorata, gratificata ed incoraggiata. Onorata per l’importanza del premio da un punto di vista accademico ed umanitario, gratificata per l’intenso impegno di studio e ricerca che si nasconde dietro la tesi ed incoraggiata a continuare in quest’ambito e con questo spirito.
Spiegaci in cosa consiste il progetto accademico per il quale hai ricevuto quest’onorificenza
Ho cercato di guardare all’assistenza umanitaria dalla prospettiva delle vittime delle catastrofi naturali. Da un punto di vista puramente tecnico legale, questo significa concentrarsi sui diritti umani di queste persone. In quest’ottica il diritto a ricevere assistenza prevale sul potere dello Stato di esercitare la sua sovranità respingendo aiuti umanitari provenienti da paesi stranieri, per ragioni puramente politiche.
Ti riferisci all’assistenza sanitaria o a quella legale?
Credo che le due forme di assistenza siano inestricabilmente collegate. Faccio un esempio. Come può un medico prendersi cura di un soldato o di un civile ferito durante un conflitto se c’è il rischio che il medico stesso venga attaccato? Ecco dunque l’esigenza di rispettare il diritto umanitario che, ad esempio, proibisce gli attacchi contro il personale medico.
In cosa consiste il tuo lavoro presso il Comitato della Croce Rossa Internazionale?
La Croce Rossa Internazionale lavora per quelle situazioni umanitarie che consistono in conflitti armati ed è impegnata nella maggior parte delle guerre esistenti, ad esempio quella in Siria. Per quanto riguarda me, sono trainee (tirocinante, ndr) nella divisione giuridica della Croce Rossa Internazionale. Questa divisione si occupa di garantire che il diritto umanitario venga applicato e rispettato nei conflitti armati al fine di proteggere tutti coloro i quali sono afflitti da una guerra. Allo stesso tempo si lavora al fine di far progredire, tramite la ricerca e lo studio, il diritto umanitario.
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