NAPOLI – In Italia ogni 3 giorni una donna viene uccisa dal marito, dal fidanzato o dall’ex: dall’inizio dell’anno ad oggi sono 101 le vittime di femminicidio e tra il 2000 e il 2012 si sono consumati in Italia 2.200 femminicidi. Con questi numeri si è aperto ieri l’incontro di Mondo Donna dedicato al tema della violenza sulle donne promosso dalla Clinica Mediterranea. La violenza domestica è la prima causa di morte nel mondo per le donne di età compresa tra i 16 e i 44 anni: un dato agghiacciante e in continua crescita come ha confermato il sostituto procuratore Stella Castaldo che dal 2010 è nella IV sezione della Procura di Napoli impegnate su violenze sessuali, abusi e delitti che si consumano all’interno dei rapporti familiari, stalking, sfruttamento della prostituzione, omicidi e tentati omicidi riconducibili a pregressi rapporti affettivi e familiari.
LE DICHIARAZIONI – “I numeri del fenomeno sono allarmanti, ogni mese contiamo circa 80 fascicoli di reati a carico di persone note. La violenza domestica è in forte aumento, tanto che i magistrati impegnati oggi nella IV sezione sono ben nove”. Dal dibattito, moderato dalla giornalista di Rai 1 Chiara del Gaudio inviata del La Vita in diretta, emerge che le donne sono vittime di un forte degrado culturale e l’uomo oggi non è in grado di confrontarsi con l’emancipazione femminile; da qui la violenza fisica e psicologica sulle donne. “La carenza di Welfare incide su questa escalation di violenza”, ha aggiunto l’avvocato Marinella De Nigris, presidente dell’Associazione Onda Rosa.
L’ESCALATION DI DENUNCE – Francesca Chiariello, avvocato e consulente legale presso il Centro Anti Violenza del Comune di Napoli ha invece illustrato come lavora oggi il Centro gestito dall’associazione Arcidonna Napoli Onlus evidenziando il numero in crescita delle donne che ogni giorno si rifugiano o rivolgono al centro: circa 300 ogni mese, di età compresa tra i 20 e i 70 anni, vittime di violenze psicologiche, molestie, emarginazione, percosse e altre forme di violenza. Emarginazione, discriminazione e mobbing sono invece le forme di violenza più comune in ambito lavorativo, ha chiarito Luisa Festa, Consigliera di Parità della Provincia di Napoli. La psicologa Simona Piemontese, da anni impegnata nella prevenzione e nel trattamento della violenza di genere, come volontaria presso lo sportello antiviolenza dell’Ospedale San Paolo, ha raccontato la metodologia utilizzata per assistere le donne vittime di violenza, metodologia che prevede l’ascolto, l’accoglienza, l’assistenza legale e psicologica.
di Luca Mattiucci

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