BELFAST – «Non si può negare il diritto di avere giustizia». Questo l’appello di Amnesty International di risposta alla richiesta di John Larkin, procuratore generale dell’Irlanda del Nord, di porre fine ai procedimenti giudiziari per le uccisioni avvenute durante tre decenni di violenza politica.
I FATTI – «La proposta del procuratore generale costituirebbe a tutti gli effetti un’amnistia generalizzata per gli abusi e le violazioni commessi da tutte le parti coinvolte nei tre decenni di violenza politica in Irlanda del Nord. Sarebbe un grave affronto nei confronti del diritto fondamentale delle vittime ad avere giustizia e una presa in giro degli standard internazionali sui diritti umani che perpetuerebbe l’impunità». Questo quanto dichiarato da John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Per Larkin, infatti, non vi sarebbero inchieste, indagini e processi per le uccisioni verificatesi prima dell’accordo del Venerdì santo del 1998.
VIOLAZIONE DIRITTI UMANI – «Pur riconoscendo in pieno quanto possa essere complesso portare avanti procedimenti giudiziari dopo tanti anni, è nondimeno vitale che laddove vi siano prove sufficienti, i presunti responsabili di uccisioni, attentati, torture maltrattamenti siano portati di fronte alla giustizia. Già troppo spesso- prosegue Dalhuisen-  le vittime sono state penalizzate da indagini mal condotte sulle violazioni e sugli abusi del passato. Ora, la proposta del procuratore generale rischia di arrecare un ulteriore affronto alle tante vittime dell’Irlanda del Nord». Già lo scorso settembre Amnesty International aveva pubblicato un rapporto in cui si denunciava l’inadeguatezza del sistema d’indagine sulle violazioni dei diritti umani e sugli abusi commessi da tutte le parti coinvolte in tre decenni di violenza politica. L’organizzazione, quindi, ribadisce la necessità di stabilire la verità sulla violazione dei diritti umani e verificare le responsabilità con meccanismi più validi.

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