MILANO- Anche  Dario Fo scende in campo e si schiera a favore di “Mettiamoci in gioco” la campagna nazionale contro il gioco d’azzardo. Il premio Nobel  usa toni forti e condanna lo ” Stato biscazziere” in un intervento scritto e diffuso per sostenere la campagna. Di seguito l’integrale della lettera di Dario Fo.
«Oggi in Italia stiamo assistendo ad un fenomeno a dir poco allarmante: il tragico problema del gioco d’azzardo in cui è lo Stato medesimo ad esercitare il ruolo di croupier anzi, di spietato biscazziere che, approfittando della magia del gioco d’azzardo, distrugge psiche e famiglie con ferocia inaudita. Una truffa inflitta ai danni di tutti i cittadini – uomini donne e soprattutto giovani – e perpetrata gomito a gomito con le mafie che controllano le macchinette mangiasoldi evadendo con le loro concessionarie cifre da capogiro. In Italia ormai la piaga del gioco d’azzardo ha assunto dimensioni spaventose: slot machine e videopoker fanno capolino nei bar, vicino alle scuole e ultimamente perfino nei circoli ARCI… I ludopatici, cioè coloro che si ritrovano con la vita distrutta dal gioco compulsivo, sono  quasi tre milioni.  Ammalati che lo Stato dovrebbe assistere anziché sfruttare fino all’ultimo soldo: si passerebbe così da uno Stato-biscazziere ad uno Stato finalmente responsabile ed animato da un’autentica coscienza civile. E qual è il ruolo della politica in questa orrenda débâcle? Avete mai visto ultimamente dei Parlamentari protestare contro l’indegno salvataggio delle concessionarie che è costato alle casse dello stato più di 80 miliardi di euro? “Ma io non ne sapevo niente!”  “Io invece credevo si parlasse delle concessionarie di automobili!” “Io invece ero al bar a giocare quando si votava… e ho anche vinto una bella cifra!” Franca durante la sua esperienza da Senatrice ha denunciato duramente il comportamento da cavalli con il paraocchi delle Istituzioni verso il problema del gioco. Ogni tentativo di bloccare il dilagare di questa catastrofe veniva immediatamente rimandato a seduta da destinarsi da parte di quelle che Franca ha definito “le solite talpe di regime”.E anche oggi nulla è cambiato: lo stato deve ancora iniziare a valutare i costi sociali di questa epidemia senza sosta e finora senza antidoto. E, tanto per cominciare, bisognerebbe che Comuni, Regioni e anche lo Stato iniziassero a spendere qualche denaro di quella rapina per affiggere manifesti in ogni luogo con scritto: “Attenti, il gioco d’azzardo è una malattia perniciosa e devastante quanto la tossicodipendenza”. Assistere ad uno Stato che specula per su una simile tragedia è a dir poco disgustoso».

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