rinoceronti_anROMA- Ottocentoventicinque. Questo il numero di rinoceronti, confermato dal Ministero dell’Ambiente, uccisi in Sudafrica dai bracconieri  A questi si devono aggiungere i circa 40 uccisi in Kenya e quelli persi in Namibia: la cifra complessiva sfiora le 900 unità, che su una popolazione totale di circa 25.000 animali animali, si traduce in una vera e propria strage rende lo spettro dell’estinzione sempre più vicino e reale. «Se il bracconaggio a danno dei rinoceronti ha assunto proporzioni inquietanti, così la cifra con cui viene pagato il corno sul mercato nero: $95,000 al kilo, cioè dai $750,000 al milione di dollari per rinoceronte- sottolineano dall’associazione animalista  ANPANA-. I corni, molto spesso strappati rapidamente ad animali ancora in vita e destinati ad agonizzare per ore prima di morire dissanguati o soffocati nel loro stesso sangue, vengono poi messi in polvere e assunti nei paesi del sudest asiatico, Vietnam e Cina in primis, come miracolosa cura per il cancro, l’impotenza, l’influenza o semplicemente i postumi da sbornia, il tutto senza alcun fondamento medico-scientifico».
CONTRASTARE IL FENOMENO- Decine le misure preventive e precauzionali che si stanno mettendo in campo in vari paesi dell’Africa, mentre AP Officials ed Esercito cercano di arrestare lo stillicidio sul campo: dalle tecniche forensi alla microchippatura sistematica di tutti i corni, dall’avvelenamento degli stessi con ectoparassiti che sopravvivono al processo di polverizzazione e vanno ad infettare gli organi interni dei consumatori finali alla radiocollarizzazione degli animali, dagli accordi bilaterali con i Paesi del Sudest asiatico che alimentano la domanda alle campagne di informazione capillari fatte da video, manifesti, seminari, artisti, attori, sportivi e associazioni. «Il Regno Unito sta inviando soldati delle Forze Speciali in Kenya per affiancare le forze locali nella lotta contro i bracconieri- commenta Vincenzo D’Adamo, responsabile del Progetto Angels for Africa by ANPANA- soprattutto di elefanti (che vengono abbattuti al ritmo di 1 ogni 15 minuti) e rinoceronti». L’ANPANA è rientrata da poche settimane dalla prima missione in Sudafrica ma è già al lavoro per la preparazione delle prossime spedizioni. «Non abbiamo molto tempo- conclude D’Adamo-. L’estinzione è per sempre e i dati, purtroppo, parlano chiaro: la popolazione del rinoceronte nero è ridotta del -90% rispetto al 1960, l’elefante africano sarà estinto in meno di 10 anni, del gorilla di montagna restano meno di 900 esemplari, il leone è estinto in sette paesi africani. Cosa vogliamo fare, restare a guardare mentre distruggono una parte così consistente del patrimonio dell’umanità?».

di Davide Domella

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