Gruppo_firenzeFIRENZE – Ricorre oggi il 47esimo anniversario dell’alluvione, avvenuta il 4 novembre del 1966. Alle 12.30 il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, insieme ai consiglieri comunali, getterà in Arno una corona in ricordo delle 36 vittime dell’alluvione. «Un ricordo ma anche un monito – dice Giani – perché gli interventi a cui le amministrazioni pubbliche sono chiamate impediscano per il futuro una catastrofe come fu l’alluvione del 1966 ma anche le precedenti 18 occasioni di allagamento di cui dal XIII secolo in poi abbiamo memoria».
LE INIZIATIVE – Spazio anche ai convegni. L’incontro “Memoria e prevenzione del rischio alluvionale” si svolge questa mattina nell’Aula Magna dell’Università di Firenze, in piazza San Marco ed è stato organizzato dal Comitato del “Progetto Firenze 2016” presieduto da Mario Primicerio, che ha lo scopo di coordinare le iniziative promosse dalle istituzioni culturali, gli enti pubblici (fra cui l’Università di Firenze) e privati in vista del 50° anniversario dell’alluvione del 1966. Nel corso della mattinata verranno illustrate le stime dei costi delle attività di restauro dei beni culturali alluvionati nel 1966 a cura dell’Opificio delle Pietre Dure, della Biblioteca Nazionale, dall’Archivio di Stato e dagli altri Enti che gestiscono il patrimonio culturale. In programma anche la proiezione dell’intervista inedita a Franco Zeffirelli sull’alluvione. Il convegno prosegue nel pomeriggio al Cenacolo del Complesso di S. Croce (ore 15), con la presentazione del libro “Firenze 1966. Appunti di diario sull’alluvione” di Pasquale Rotondi. Verrà, inoltre, presentata la realizzazione, nel complesso di S. Croce, di un primo punto di documentazione sulla memoria dell’alluvione del 1966. Oltre alle vittime (34) inestimabili furono i danni al patrimonio artistico: alla Biblioteca Centrale le acque distrussero manoscritti antichi ed esemplari rari di opere a stampa, il Crocifisso di Cimabue a Santa Croce dovenne pressoché irrecuperabile, ma è nei magazzini degli Uffizi che si concentraronono i danni maggiori. Ed è qui che arrivarono in soccorso da tutta Italia gli Angeli del Fango, ragazzi (ma non solo) che si precipitarono spontaneamente a Firenze per dare una mano a recuperare il salvabile dai sotterranei dei musei.
fonte foto: ilgiornaledellaprotezionecivile.it

di Francesco Gravetti

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