volontariato2SIENA – Essere uno studente fuori sede ha innegabili vantaggi, ma anche qualche svantaggio. Come la difficoltà di integrarsi nel tessuto sociale e comunitario della città in cui si vive solo per un periodo limitato di tempo. Il rischio è di sentirsi “cittadini temporanei” e di non riuscire a superare questo status. Per venire incontro ad esigenze di questo tipo il DSU (Azienda della Regione Toscana per il Diritto allo Studio Universitario) senese ha deciso di organizzare un breve ciclo d’incontri tra comunità studentesca e mondo del volontariato locale. «La nostra iniziativa – ha affermato Lucia Fani, Dirigente del Progetto Sportello Unico Studenti, a margine del primo incontro – vuole avvicinare gli studenti, senesi ma soprattutto fuori sede, alle tante realtà di solidarietà e volontariato che animano il nostro territorio».
GLI INCONTRI – Tre gli appuntamenti previsti presso la sede del DSU di Siena in via Mascagni. Il primo, svoltosi martedì 22 ottobre, ha visto protagonista l’Arciconfraternita della Misericordia, storico ente no-profit specializzato, tra le altre cose, nei servizi di soccorso sanitario, protezione civile, assistenza sociale, prevenzione dell’usura. «La Misericordia – ha sostenuto il Provveditore Mario Marzucchi durante l’incontro – aiuta anche gli studenti in difficoltà, grazie ad un Fondo per il Microcredito di Solidarietà costituito con il contributo di Fondazioni bancarie toscane». Nel corso dei prossimi appuntamenti invece, previsti per il 12 e 28 novembre alle ore 17:30, sempre nella sede del DSU senese, gli studenti avranno modo di conoscere rispettivamente l’attività della Croce Rossa e della Pubblica Assistenza locale.
L’INIZIATIVA – Nonostante una modesta partecipazione degli studenti al primo incontro, la Dirigente Lucia Fani non si arrende. «Il DSU – ha concluso – non è un semplice erogatore di contributi finanziari ma un tramite fondamentale tra gli studenti e la comunità nella quale vivono, anche se solo per qualche anno. E quale modo migliore del volontariato per sentirsene parte integrante?» Un concetto semplice, che però sembra coinvolgere più gli stranieri che gli italiani, come ci testimonia Gianpiero Ciacci, volontario e formatore della Misericordia. «Moltissimi studenti statunitensi svolgono dei programmi di full immersion in Italia in cui uno dei punti cardine è il volontariato. L’idea è quella di restituire alla comunità di cui si è ospiti una parte della ricchezza che si riceve».

di Silvia Aurino

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