Appello-della-Caritas.-In-strada-13mila-rifugiatiROMA. Coniugare le politiche nazionali e comunitarie sull’accesso al territorio e alla protezione per i rifugiati con gli obblighi previsti dagli strumenti europei relativi ai diritti umani. E’ questo l’obiettivo del rapporto “Access to protection: a human right” elaborato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e finanziato dal Network of European Foundation nell’ambito del Programma europeo per l’integrazione e la migrazione (EPIM).
MARE NOSTRUM- «La nota positiva è che dopo la sentenza Hirsi non risultano più respingimenti fatti dalle autorità italiane in alto mare. Vogliamo solamente sperare che l’operazione Mare Nostrum che parte oggi, così come l’auspicato rafforzamento di Frontex, abbia regole di ingaggio chiare, che rispettino l’obiettivo annunciato da Letta, configurandosi esclusivamente come operazioni di soccorso e salvataggio – ha  sottolineato Christopher Hein,  Direttore del CIR – Tutti i migranti che verranno intercettati dovranno essere portati in un luogo sicuro e deve essere chiaro che la Libia, paese di partenza per molti dei migranti che arrivano in Italia, non può essere assolutamente considerata tale».
I NUMERI- Nel corso della conferenza di presentazione del rapporto, il Prefetto Riccardo Compagnucci ,Capodipartimento Vicario Dipartimento delle Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, ha fornito dati aggiornati degli sbarchi: al 14 ottobre sono sbarcati  in Italia 35.085 migranti, di cui 9.805 siriani, 8.443 eritrei, 3.140 somali, 1.058 maliani, 879 afgani. Dato rilevante è che il 73% degli approdati, circa 24mila persone, necessita della protezione internazionale.
LA VIOLAZIONE ITALIANA. Sono state evidenziate dall’indagine pesanti trasgressioni sul diritto di accesso e sulla procedura d’asilo: frequentemente l’Italia fa uso di procedure sommarie di respingimento differito nei confronti di migranti egiziani e tunisini sbarcati sulle coste del Sud Italia, infatti dall’inizio del 2013 sono stati rimpatriati centinaia di egiziani e tunisini senza avere la possibilità di entrare in contatto con le organizzazioni umanitarie. Negli sbarchi, all’arrivo, vengono effettuate interviste per la verifica della nazionalità, espletate da operatori della Pubblica Sicurezza. Si tratta di un esame superficiale che non coinvolge operatori umanitari e che non tutela pienamente il diritto a chiedere protezione internazionale da parte di questi migranti.
LO SBARCO “COMMERCIALE”. Arrivare in Italia non è solo possibile attraverso gli sbarchi, sono molti i migranti che arrivano sulle coste dell’Adriatico nelle navi commerciali provenienti dalla Grecia, nascosti nelle stive e nei camion. Secondo i dati del Ministero dell’Interno nel 2012 presso gli scali marittimi adriatici di Ancona, Bari, Brindisi e Venezia sono stati identificati circa 1.809 stranieri irregolari provenienti dalla Grecia, di cui: 691 presso il porto di Ancona, 662 a Bari, 173 a Brindisi, e 283 a Venezia. Del numero totale di migranti rintracciati presso i porti adriatici, 1.646 sono stati rinviati in Grecia, più del 90%.
 

di Francesco A. De Stefano

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