BARI – Il numero degli scomparsi in Puglia è aumentato di 25 unità alla data del 31 dicembre 2012. I 1801 scomparsi in Puglia (al 31 giugno 2012) sono diventati 1826. La regione mantiene tristemente il suo quinto posto nella classifica degli scomparsi In Italia dopo il Lazio (6.558), la Lombardia (3.427), la Campania (2.990), la Sicilia (2.472). A darne notizia è l’associazione Penelope Puglia, che interviene all’indomani dei recenti eventi legati al fenomeno migratorio e in particolare dopo la tragedia di Lampedusa. «L’identificazione dei migranti è spesso problematica, anche quando è possibile riconoscere i loro nomi alcuni scompaiono d’improvviso senza lasciare traccia», dicono quelli di Penelope.
LE DONNE – Significativo anche il dato relativo alle donne in tutta Italia: ben 8828 tra italiane e straniere, di queste 900 minori di anni 18 e 2223 maggiori di anni 18, 369 maggiori di anni 65. Il numero delle donne extra-comunitarie scomparse è di 2857. Nessuna ipotesi può essere scartata, approfondite indagini giudiziarie hanno portato alla luce casi di scomparse di donne dovute ad omicidi e “sequestri di persona magari finalizzati alla tratta di esseri umani” (dalla relazione del Commissario Straordinario per le persone scomparse del giugno 2013). Tornando alla Puglia, invece, i cadaveri non identificati in Puglia sono passati a 52, due in più rispetto ai dati del 30 giugno 2012.
LA LEGGE – La legge numero 203/2012 sugli scomparsi disciplina anche il lavoro dei prefetti a livello provinciale nella fase della ricerca, effettuata sulla base di apposite pianificazioni provinciali che vedono protagoniste le forze dell’ordine, con il concorso degli enti locali, dei Vigili del Fuoco, del sistema di protezione civile, delle associazioni del volontariato sociale e di altri enti. L’associazione Penelope Puglia si augura di poter trovare “spazi di intesa” con le prefetture della Puglia in virtù dell’esperienza maturata negli anni accanto alle famiglie delle persone scomparse.
di Francesco Gravetti
