scuolaROMA – I libri scolastici costano sempre di più. A dirlo è un’indagine condotta dal Skuola.net, nella quale si evidenzia che «una classe su cinque non rispetta la legge 169/2008 che impone ai professori di non superare un certo limite al costo complessivo per i libri in adozione, stabilito annualmente dal ministero dell’Istruzione per ogni indirizzo e anno di corso». Nello specifico, i «docenti possono superare il tetto di spesa al massimo del 10%, ma solo con giusta motivazione». Ebbene, dalla ricerca in questione emerge che questo «limite viene oltrepassato dal 20% delle classi esaminate, ma in più un cospicuo numero di classi, circa il 30% del totale esaminato, oltrepassano il limite pur senza eccedere il margine di tolleranza». Rispetto al 2012, dunque, fa notare il portale, «aumentano le classi che superano il tetto di spesa oltre la tolleranza consentita, passando dal 10% al 20%, mentre rimane pressoché invariata la percentuale di classi che superano il tetto ma rientrano nella norma». Questo significa che «complessivamente una classe su due fa spendere alle famiglie più di quanto sancito dalle norme».
Quanto appena riportato va contro l’operato del ministro Carrozza che nei giorni scorsi, per arginare il “caro libri” – anziché emanare un decreto, come accaduto negli anni scorsi, che ritoccava all’insù i tetti di spesa in base all’inflazione – ha deciso di mantenere per l’anno scolastico appena iniziato gli stessi tetti di spesa del 2012/2013, rinunciando al ritocco. Ma, secondo Skuola.net, i «prezzi di copertina non si sono di certo arrestati, e quindi questo può giustificare un aumento dei costi a parità di classi esaminate e in regime comunque di congelamento delle adozioni». Nel dettaglio, l’indagine condotta dal portale ha esaminato un «campione di cento classi presenti nelle dieci città italiane più popolose (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania), lasciandone tuttavia invariata la composizione di anno in anno. In alcuni casi lo sforamento è di pochi euro. Ad esempio, il professionale “Medi” di Palermo a indirizzo manutenzione e assistenza tecnica si parla di un eccesso di soli quattro euro. Altri, al contrario, obbligano le famiglie a una spesa notevolmente più rilevante di quella che dovrebbe essere loro garantita: si spendono ben 49,05 euro in più al “Miano” di Napoli». Visto l’accaduto, chiosa Daniele Grassucci, responsabile delle Relazioni esterne di Skuola.net, «sarebbe bene prevedere delle sanzioni precise e puntuali, che ora sono assenti».

Agenzia Dire – dire.it 

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