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ROMA – Un film alla Mostra del Cinema di Venezia ma niente fondi dal ministero. Quella dell’insegnante di lingua italiana per stranieri resta una missione-professione poco conosciuta e poco valorizzata dalle istituzioni. Ad essere in prima linea sono gli studenti, spesso già laureati, impegnati nel sociale. Molti di loro hanno ottenuto anche la certificazione Ditals per trasformare il volontariato in una vera e propria professione. Comprendere e parlare l’italiano è un requisito che per legge devono possedere tutti quegli stranieri che desiderano ottenere la carta o il permesso di soggiorno. Eppure il ministero non ha stanziato fondi per l’integrazione linguistica e i corsi vanno ormai avanti solo grazie all’impegno di ex insegnanti in pensione, studenti laureati e laureandi, semplici cittadini impegnati nel sociale: nella Capitale, per esempio, sono oltre 700 per una platea di ben 11 mila stranieri l’anno. Sul tema, ieri alla Mostra del cinema di Venezia è stato proiettato il film di Daniele Gaglianone, “La mia classe”. La pellicola è stata accolta con favore dalla critica ma in Italia da anni questa professione attende un riconoscimento istituzionale e un reale sostegno. Le uniche risorse, per ora, arrivano dai fondi messi a disposizione dalla Comunità europea.

di Paolo De Martino 

 

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