GRAN BRETAGNA- Una marea di insulti anonimi che l’hanno sopraffatta. Hannah Smith, una studentessa britannica di 14 anni si è impiccata dopo essere diventata il bersaglio dei troll sul sito Ask.fm.
BEVI CANDEGGINA -La ragazzina, come altri migliaia di adolescenti, si era iscritta al sito per scambiarsi messaggi anonimi con altri utenti. Ma senza rendersene nemmeno conto nel giro di pochi giorni è diventata oggetto di ogni tipo di insulto. «Mucca, t…a, se muori nessuno se ne accorgerà», erano solo alcune delle frasi che Hannah riceveva sulla sua bacheca. Secondo un amico qualcuno le avrebbe anche suggerito come farla finita, invitandola «a bere candeggina». Il giorno prima di morire la ragazzina ha postato su Facebook un messaggio di richiesta di aiuto: «Pensi di voler morire ma in realtà vuoi solo essere salvata». Segno che evidentemente già meditava di togliersi la vita.
MESSAGGI ANONIMI – E se è possibile solo immaginare la disperazione dei genitori, va sottolineata la pericolosità per gli adolescenti di siti come Ask.fm. Disponibile anche in italiano, questo social network la cui società fa base in Lettonia, serve apparentemente per scambiarsi domande e risposte su vari argomenti. Un forum Q&A, insomma. In realtà, consentendo agli utenti di mandare messaggi in forma anonima è diventato un mezzo tra i ragazzini per comunicare. E soprattutto per scambiarsi insulti. Le domande possono essere fatte sia in forma testuale che video, e possono essere dirette sia ad una particolare persona o direttamente a tutta la community. Basta dare un’occhiata ai profili per accorgersi che la media degli iscritti probabilmente non raggiunge nemmeno i 18 anni. Il profilo tiene conto delle risposte date e dei “mi piace” alle risposte: più alto è il numero delle risposte piaciute più si è cool. Ask.fm nel giugno 2012 dichiarava oltre 60 milioni di utenti e in Italia occupa la posizione 128 nella classifica dei siti più visitati.
SITO Q&A – In Gran Bretagna – dove si sta dibattendo molto in queste ore di hate speech in seguitoalle minacce ricevute via Twitter dalle femministe – salgono dunque a quattro i casi di ragazzini che si tolgono la vita dopo aver navigato su questo sito. E se nelle scuole britanniche è stata addirittura fatta girare una circolare per mettere in guardia alunni, genitori e insegnanti, il fenomeno inizia a diffondersi anche in Italia.

di Marta Serafini (corriere.it)

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