USA- Visto dal satellite, «Miracle Village» è un rettangolino circondato dai campi di canna da zucchero. Un ritaglio in mezzo al verde fatto di una manciata di strade, su cui si affacciano in modo ordinato piccole case bianche munite di giardinetto, con tanto di bandiera a stelle e strisce che sventola al sole del sud della Florida. Palme e prati all’inglese. Una controversa oasi di tranquillità dove vivono appena 200 persone. Metà degli abitanti, infatti – uno su due -, ha commesso un reato sessuale: esibizionisti o colpevoli di crimini orrendi legati alla pornografia minorile. C’è chi ha fatto sesso con minorenni e chi ha molestato i suoi figli. Insegnanti o allenatori sportivi. Ventenni o padri di famiglia. Dopo il carcere, hanno tutti trovato un posto dove vivere a «Miracle Village».
SICUREZZA – Non si sono trovati qui per caso. Secondo le leggi della Florida, chi ha commesso crimini di questo tipo non può vivere a meno di 300 metri da zone considerate «sensibili»: scuole, asili, giardini pubblici o parchi giochi. In altre parti del Paese il divieto arriva quasi a un chilometro e comprende anche piscine, fermate dell’autobus e biblioteche. Anche per questo spesso per loro, dopo avere scontato la pena in galera, riuscire a trovare un luogo dove vivere è difficile. Il progetto di «Miracle Village» è nato nel 2009 da un’idea del reverendo Dick Witherow, dell’ong «Matthew 25: Ministries». Ha funzionato. «Ogni settimana 10-20 potenziali nuovi residenti chiedono di trasferirsi qui», ha spiegato alla Bbc Jerry Youmans, coordinatore della comunità, anche lui colpevole di reati sessuali. «Ma tendiamo a non accettare drogati, violenti o pedofili», avverte. «Il nostro obiettivo è quello di proteggere chi vive qui e chi ci viveva prima del nostro arrivo».
POPOLAZIONE LOCALE – Ma avere come vicini di casa (solo) persone di questo tipo per qualcuno non è piacevole. E non mancano le polemiche. «Non è un “miracolo”, lo sarà per questi criminali», ha commentato la signora Kathy, residente in questa zona e lei stessa vittima di uno stupro quando era ancora una ragazzina. «È più che altro un incubo». Non la pensa così Edgar Walford: «È una zona molto tranquilla», ha detto. «Mi sono fatto degli amici». «All’inizio i residenti hanno protestato», ha ricordato Colin Walkes, sindaco della vicina Pahokee. «Eravamo preoccupati per i nostri figli. Ma si tratta di problemi ormai risolti: viviamo in un Paese che riesce a dare una seconda possibilità a chi ha commesso degli errori. Finché verrà garantita la sicurezza non ci saranno problemi». Ed è proprio questo il compito dell’agente Courtney Minton, dell’unità speciale di Palm Springs dedicata ai crimini sessuali. Ogni settimana controlla i residenti di «Miracle Village», verifica gli indirizzi e monitora le persone.

di Federica Seneghini (corriere.it)

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