NAPOLI — «Car che?». Sharing, car sharing. «Mi dovete scusare, ma non vi capisco. Questo è un parcheggio, voi cosa cercate?». Ci si potrebbe aspettare di tutto, ma non certo di dover spiegare ad un dipendente in un “Bee Point” cosa sia l’auto condivisa. Fosse solo per il fatto che loro quelle auto dovrebbero noleggiarle. Eppure, con questa conversazione breve e grottesca inizia il viaggio del Corriere del Mezzogiorno nel mondo della mobilità sostenibile in salsa partenopea. Sì, anche quando si tratta semplicemente di copiare un format ormai molto diffuso in tutta Italia, Napoli ci mette del suo. Ma andiamo con ordine. Il servizio offerto è molto semplice, e sulla carta promette di far risparmiare agli automobilisti un bel pò di soldi. Come? Lasciando a casa la propria auto e noleggiando per qualche ora, o per un’intera giornata, una vettura elettrica nei parcheggi che aderiscono al business messo in piedi dalla Bee Mobility Sharing, costola del gruppo Nhp. Tutto parte dal web. Per usufruire del servizio, la prima cosa da fare è abbonarsi. Ed è da qui che si inizia a risparmiare, o a spendere, dipende dai punti di vista. Il costo dell’abbonamento — si legge sul sito — è di 10 euro per tre giorni, o di 30 euro per un anno. Ma con il car sharing napoletano si deve iniziare a ragionare a minuti. Se si opta per l’abbonamento annuale le tariffe sono di 15 centesimi al minuto per la prima ora, 20 centesimi al minuto per la seconda ora, 25 centesimi al minuto per la terza e 30 centesimi al minuto per la quarta. Così, a conti fatti, tre ore di «libertà» si pagano 36 euro. Con l’abbonamento di tre giorni le tariffe aumentano di circa 3 centesimi all’ora. E sono dieci euro d’ingresso. Alla fine, per tre ore di noleggio si spendono 41 euro e 40 centesimi. E qui la sorpresa. Il costo è ben più caro anche di Milano o Roma. Nel primo caso il noleggio va dai 2,20 euro l’ora ai 3 euro (benzina inclusa). Il prezzo varia in funzione dell’auto che si sceglie. E anche questa è una differenza sostanziale con Napoli.
All’ombra del Vesuvio, infatti, l’unico modello disponibile è la Twizi, piccola elettrica Renault che può trasportare al massimo due passeggeri. Il ché rende il car sharing partenopeo poco utile per i turisti, senza contare che le Twizi non hanno molto spazio per una valigia o uno zaino. Vero è che l’abbonamento a Milano è ben più alto: con lo sconto legato alla tessera Legambiente si pagano 60 euro. Ma a conti fatti un’ora di Twizi costa comunque quattro volte in più di quanto si paga a Milano per una Smart, una Panda, o una Peugeot iOn. Che invece di spazio ne hanno in abbondanza. Un eccezione? Non si direbbe guardando ai servizi offerti nella capitale. Tra gli altri, il più usato dagli automobilisti romani prevede un abbonamento annuale, individuale, di 100 euro. E il costo delle auto va dai 2 euro ai 2 euro e 67 centesimi l’ora, sempre in funzione dell’auto che si sceglie. Per una Fiat 500 o una panda, ad esempio, nella fascia oraria che va dalle 7 alle 24 si spendono 2 euro e 1 centesimo l’ora. Da mezzanotte alle 7 il costo scende a poco più di un euro l’ora. Si spende di più, ma sempre molto meno che a Napoli, se si opta per auto più grosse, o per vetture elettriche. Ad esempio, per una Lancia Y, una Giulietta o per un Fiorino cargo la tariffa dalle 7 alle 24 è di 2 euro e 67 centesimi. Insomma tre ore di noleggio con la tariffa più cara costerebbero 8 euro e 1 centesimo. Ben 27 euro e 90 centesimi in meno rispetto al noleggio di una Twizi (sempre per tre ore) a Napoli.
Va detto che il servizio offerto nei Bee Point è evidentemente diverso dal comune car sharing praticato nelle altre città. Il concetto è molto legato all’idea di una mobilità sostenibile e agile nel traffico, ed è forse per questo che la società è partita con auto come le Twizi. Resta però l’idea di un costo per gli utenti non molto «concorrenziale» rispetto alle altre grandi città. Trentasei euro per tre ore di noleggio sembrano essere un po’ troppe. Già abbastanza capillare è invece la diffusione dei Bee Point, ovvero dei punti dove si possono noleggiare e restituire le automobiline. Si va dall’aeroporto all’Arenaccia (Coop), passando per via dei Fiorentini, via Partenope, via Morelli, Corso Vittorio Emanuele, via Orazio e molti altri ancora. Attenti però a non restare a secco, perché le Twizi hanno un’autonomia di 80 chilometri. Se non si fanno bene i conti l’unica soluzione è quella di trovare una presa della corrente elettrica, e per le strade di Napoli l’impresa potrebbe risultare ardua.

di Raffaele Nespoli (napoli.corriere.it)

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