BARI – La popolazione pugliese invecchia. Si registrano più decessi che nascite, in particolare nell’area metropolitana di Taranto, e in tutta la regione 70mila ricoveri in meno. Crescono le malattie respiratorie e i tumori ai polmoni soprattutto nel tarantino e nel basso Salento. L’Asl Bat presenta un eccesso di decessi per tumore del fegato e malattie epatiche croniche. Aumentano i parti cesarei (Puglia seconda dopo la Campania) soprattutto nelle strutture pubbliche, e le donne tra i 18 e i 39 anni fanno maggior ricorso all’aborto, il cui tasso è superiore alla media nazionale. Il 29% dei pugliesi è fumatore, mentre la proporzione di bevitori a rischio in Puglia (12%) è inferiore rispetto all’Italia (17%). Inoltre, la regione ha l’offerta vaccinale più ampia in Italia e vede una diminuzione della mobilità passiva. Sono solo alcuni dei dati del rapporto sullo stato di salute dei pugliesi redatto tra il 2006 e il 2011 e presentato al Policlinico di Bari.
 
VENDOLA – «La prevenzione porta salute e risparmi». Sono le parole del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, intervenuto alla presentazione del rapporto curato dall’Osservatorio Epidemiologico regionale. «Se si organizza il sistema sanitario per poli di eccellenza nel territorio – ha aggiunto – si distribuiscono luoghi che sono capaci di offrire servizi che non contemplano il ricovero. Tutto questo comporta un abbattimento della spesa e un miglioramento dell’offerta di salute». Ha proseguito dicendo che «non bisogna concentrarsi sulla malattia ma su ciò che diffusamente nel territorio può migliorare le condizioni di vita. I pugliesi – ha concluso – devono avere consapevolezza che il servizio sanitario regionale è di qualità». Presente anche l’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile, secondo cui «la sfida è migliorare l’integrazione dei servizi sociosanitari, riferendosi, in particolare, alla cultura pediatrica che negli ultimi anni è collassata, alla medicina dell’adolescenza, a quella di genere». Gentile ha aggiunto che attualmente l’assessorato sta lavorando sulla procreazione medicalmente assistita (Pma) per consentire la definizione delle tariffe, un servizio che è al di fuori dei livelli essenziali di assistenza (Lea), ma che si intende garantire alle donne pugliesi e non solo. Questo perché – secondo Gentile – «la Pma potrebbe essere un fattore di attrazione dalle regioni limitrofe», motivo per cui si attiveranno tre centri, a Conversano, Nardò e Foggia.
 
LE CRITICHE – Il rapporto, però, sembra presentare un punto debole. Manca un focus sulle patologie neuro-psichiatriche. Rispetto a tale lacuna Cinzia Germinario, responsabile dell’osservatorio epidemiologico, spiega che «si ha la necessità di avere flussi di dati correnti che siano quantificabili. Le patologie come l’autismo difficilmente arrivano al ricovero, perché si può fare diagnosi anche solo attraverso una banale visita ambulatoriale. Ecco perché non sono state trattate. Ma – aggiunge – presto grazie al dedotto registrato dal sistema informatizzato delle prestazioni ambulatoriali potremo quantificare il bisogno sul territorio per il supporto e la presa in carico di questi pazienti».
 
 

di Mariangela Pollonio

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