MODENA – Saranno 4 i detenuti che potranno partecipare al progetto di reintegrazione sociale che il carcere di Sant’Anna ha stipulato con il consorzio delle Biblioteche comunali: per 6 mesi coloro che sono risultati i più meritevoli di permessi esterni tra i detenuti potranno lavorare presso la biblioteca Delfini. L’impegno lavorativo consisterà nel prestare servizio all’interno degli uffici della nuova struttura per due giorni a settimana per mezza giornata; ai beneficiari dell’iniziativa saranno affidate mansioni d’ufficio e di contatto con il pubblico anche per cercare di apprendere e impiegare il tempo della loro detenzione, fornendo orientamento ai nuovi utenti della struttura da poco aperta ai cittadini. «Si tratta di una sperimentazione – commenta Meris Bellei, direttrice della biblioteca – e come tale bisogna ancora testare i risultati. Dopo questi 6 mesi, tireremo le fila e decideremo se sarà il caso di proseguire, magari coinvolgendo anche altre strutture e altri detenuti».
UNA LUNGA COLLABORAZIONE – La detenzione nelle carceri in Italia è ritenuta non punitiva, ma riabilitativa e la collaborazione tra il consorzio delle Biblioteche del Comune di Modena e il carcere di Sant’Anna ne è una prova lampante: da circa 40 anni, infatti, le istituzioni collaborano per il reinserimento e la riabilitazione dei detenuti più meritevoli, anche in base alle capacità individuali. È così che grazie a Rosalba Casella, nuova direttrice del carcere, vengono impiegate le forze in sinergia con l’esterno, con l’intento di fornire non solo un’idea riparativa della giustizia, ma anche di attuarla. E non a caso, proprio durante l’emergenza dello scorso anno dovuta al terremoto del 20 maggio 2012 in Emilia, la forza e la determinazione di 8 detenuti sono state impiegate per far fronte all’emergenza, mentre altri hanno portato il loro contributo alla Caritas.
Ma la riabilitazione e la reintegrazione si possono attuare anche alla luce di piccoli gesti quotidiani, come la lettura: con frequenza settimanale, infatti, un operatore della biblioteca è incaricato di portare i libri richiesti in prestito dai detenuti dalla biblioteca, perché il carcere sia davvero rieducativo.
di Claudia Di Perna