report_tumNAPOLI — «Possibile che in Italia si abbia bisogno del Registro Tumori per dire che c’è inquinamento ambientale? È sotto gli occhi di tutti e lo attesta la magistratura». «Ma il Registro Tumori, professore, è necessario proprio in tribunale, vale come elemento di prova». Lo scambio di battute a Palazzo San Giacomo, alla presentazione dei dati dell’Osservatorio Oncologico del Comune, è tra due buoni colleghi, l’epidemiologo Maurizio Montella e l’oncologo Antonio Marfella, entrambi del Pascale.
L’Osservatorio creato con delibera nel maggio 2012 ha messo al lavoro 14 giovani ricercatrici dell’Angir che, con 50 mila euro – meno di quanto guadagna in un anno «ciascun luminare degli otto atenei campani, in carica dal ’97 presso i (pochi) registri regionali», è stato detto – hanno approfondito l’analisi delle mortalità per cause oncologiche, attingendo alla banca dati dell’Ufficio Statistico Comunale e al Registro nominativo delle cause di morte, periodo 2004-2009, dell’Asl Centro. Dati più recenti non sono possibili se la stessa Istat ci mette almeno un anno per aggiornare le statistiche di mortalità. Ma lo studio dell’Angir «questa volta è inattaccabile» a giudizio di Andrea Simonetti, presidente della Società Italiana di Igiene: Simonetti ha collaborato col giudice Guariniello all’inchiesta sulle morti dell’Italsider, quindi l’assessore alla Sanità Giuseppina Tommasielli l’ha voluto al Comune per commentare il report. Sono alcune delle ricercatrici che si sono offerte volontarie, Maria Grimaldi, Anna Crispo e l’oncologa Grazia Arpino, ad illustrare i dati ora “caratterizzati” per tipologia dei mali per le dieci municipalità: avevano già detto, in ottobre, che si muore di più, per tumore, nei quartieri più verdi, a Nord, quelli vicini alle discariche legali e illegali; ora dicono di quali tumori si muore. E se lo studio non punta a correlare la tossicità dell’ambiente alle mortalità, apre però interessanti quanto ovvie riflessioni, che in sala non sono mancate. Qualche volta, ai negazionisti prezzolati, i soliti cinici sofismi con pretese di maggiore scientificità non sono nemmeno lontanamente possibili: acclarato l’eccesso di mesotelioma pleurico a Bagnoli-Fuorigrotta e Soccavo, questi non è messo dell’Angir direttamente in correlazione con l’amianto dell’area ex Italsider-Eternit posta sotto sequestro della magistratura, anche perché non ve n’è bisogno: ci sono condanne penali e civili che lo fanno già, sempre che si volesse negare che il mesotelioma derivi dall’amianto.
Viceversa per Pianura, al processo Difrabi – la discarica capace di disastro ambientale di vaste proporzioni di qui al 2060 secondo i consulenti della Procura – gli stessi periti hanno ritenuto impossibile tradurre il disastro in risarcimenti ai familiari delle decine di morti di cancro, proprio perché «manca il Registro Tumori». Laddove manca anche il perito tecnico della Procura, il negazionista cresce e pasce. Mentre invece è innegabile che 80 operai Sofer sono morti avvelenati prima della chiusura della fabbrica flegrea: lo ricorda in sala Ciro Di Francia, sindacalista di Pozzuoli, che in 15 mesi ha perso per cancro moglie e figlia di 40 anni ed ora ha messo su un Osservatorio sulla salute che raccoglie denaro per acquistare Eco-scanner. «Le donne si ammalano di cancro alla mammella in età di pre-screening, da ragazze, vogliamo continuare a dire che è colpa delle sigarette?», è un altro sfogo interessante, questo del professor Marfella. Fin qui le considerazioni in sala. Ma ecco i dati: se per “Osserva Salute” (osservasalute.it) in Campania si consuma meno alcol che in altre regioni d’Italia, eppure qui c’è un aumento anomalo di cancro al fegato: si intenda per Napoli e Caserta, perché invece tutti i valori delle mortalità per tumori per l’Irpinia (Isochimica a parte), Sannio e Salerno sono sotto la media nazionale. La ricerca dell’Angir non ne parla, ma per il capoluogo e provincia saltano alla memoria i policlorobifenili, epatotossici, sparsi sul territorio da Vassallo a molti altri a seguire tra discariche e finto-compost finito su coltivazioni, terreni mai più bonificati, tutt’intorno al secondo mercato ortofrutticolo nazionale, quello di Giuliano. Sono fatti, atti giudiziari, inchieste che non aspettano decessi per trarre conclusioni.
Intanto i grafici dell’Angir mostrano una maggiore mortalità di cancro al fegato, per i maschi, a Chiaiano, Scampia, Piscinola, Marianella, Secondigliano, San Pietro a Patierno, Stella-San Carlo Arena, San Lorenzo-Vicaria-Poggioreale e Zona Industriale, un’area contigua che è più di un terzo del capoluogo. Le leucemie nei maschi primeggiano invece a Chiaia-Posillipo e al Vomero-Arenella, assieme al melanoma. Le mortalità maschili nel 2004-2009 per principali istotipi tumorali sono al 32% polmone, al 10 colon, all’8,3 % Linfoma non Hodgkin, al 7% prostata. Nelle femmine al 16,1% mammella, al 13,3 polmone, al 12,2 colon e al 7,1 fegato, al 5,5 pancreas. Ci sono piu’ decessi femminili per tumore al polmone a Chiaia; per il fegato, a Soccavo-Pianura, Piscinola-Scampia e Secondigliano-San Pietro; per l’utero a Piscinola-Scampia, Miano-San Pietro, Ponticelli-San Giovanni. Le mortalità incrociate in eccesso di Ponticelli-Barra-San Giovanni pure sono un caso da approfondire: vescica e mieloma per i maschi; ovaie, utero e mieloma per le femmine. Porto, petrolio e rifiuti illegali a parte, non molto lontano da qui insiste anche un inceneritore attivo, privato, che persino il Mov 5 Stelle ha sempre ignorato. Ma ecco le conclusioni delle ricercatrici: «Dal punto di vista strettamente epidemiologico, un aumento di mortalità diventa rilevante se tale eccesso è sia nella popolazione maschile che femminile» nelle stesse aree e si tratta del «mesotelioma pleurico e il tumore del fegato», generalmente «ne influenzano l’incidenza l’esposizione all’amianto per il mesotelioma e l’infezione virale con epatovirus B e C, la cirrosi e l’abuso di alcol per il tumore epatico» e «ulteriori studi sono in corso, utilizzando i registri dei medici di base che assistono la popolazione delle municipalità interessate», intanto «appare quanto mai necessaria l’istituzione di un Registro tumorale» per «offrire un controllo sistematico e capillare». Come è noto, è andato in porto il ricorso del Governo contro il registro tumori regionale: la giunta campana recepì la decisione del Consiglio ma stendendo un progetto da un milione e mezzo di euro, che azzerava il comitato scientifico scelto dalle associazioni ed enti sanitari e ne affidava la gestione operativa direttamente all’assessorato. Ma si vuol sentire parlare di prevenzione, a San Giacomo, non di beghe: «Ci volevano 14 ragazze per raccogliere dati attesi da trent’anni da una cinquantina di Asl». E l’assessore alla Sanità coglie l’occasione per replicare al ministro Orlando, che vorrebbe inceneritori a Giuliano e Napoli Est per evitare multe europee: «Abbiamo chiesto il voto ai cittadini su un progetto chiaro: no alle discariche e agli inceneritori. Il nostro metodo è mandare i rifiuti in Olanda, tagliando così costi e rischi del trasporto su gomma dei rifiuti urbani che, viaggiando, nei vari passaggi vengono mescolati con quelli industriali tossico-nocivi smaltiti dalle industrie in regime di evasione fiscale con la complicità delle ecomafie. Abbiamo interrotto un circuito assolutamente letale, risparmiando notevolmente. Abbiamo la differenziata al 27%, Orlando piuttosto ci porti i fondi per passare all’80% di differenziata e per contribuire alla costruzione di impianti di compostaggio».

di Luca Marconi (corrieredelmezzogiorno.it)

PER SAPERNE DI PIU’

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