IMG-20130616-00193 (1)SALERNO – Il fiume Sarno riprende a vivere, seppure per un tratto piuttosto breve ma, comunque, assai suggestivo. È il percorso archeofluviale della Longola, a Poggiomarino: il lungofiume che costeggia gli scavi prostostorici rinvenuti per caso nel 2000 e ancora in attesa di essere valorizzati a dovere. Ieri mattina l’inaugurazione del percorso, centinaia di metri immersi nella natura, che resterà aperto al pubblico il sabato e la domenica per tutto il periodo estivo. A curarne la gestione, il gruppo archeologico “Terramare 3000”, che dal Comune di Poggiomarino ha avuto in affidamento l’appezzamento di terra e da allora lo tiene pulito e fruibile al pubblico. Quelli di Terramare lo hanno rimesso a posto assieme alla Protezione civile “Cristal”, all’associazione italo-extracomunitaria “La Quercia”, “La sveglia” e all’associazione “Amici del Sarno”.
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Proprio “Amici del Sarno”, con il presidente Carmine Ferrara, ha provveduto a finanziare l’acquisto di un nuovo lontro, messo in acqua ieri ed affidato a Giuseppe Caldieri, contadino esperto di navigazione sul Sarno. Il lontro è la piccola imbarcazione a pescaggio piatto, in legno di quercia, usata anticamente per attraversare il fiume Sarno: quello di Giuseppe Caldieri, contadino del posto e volontario del gruppo Terramare, era uno degli ultimi lontri ancora efficienti sul territorio intorno al fiume. Aveva più o meno 130 anni. Ma a metà febbraio qualcuno lo fece misteriosamente sparire. Era diventato il simbolo della rinascita del fiume Sarno e della valorizzazione della Longola. Era sistemato a bordo fiume ed era ben assicurato da una catena che i ladri spezzarono. Sparito il lontro e sparita anche la pertica che funge da remo: il furto fece scalpore e destò sdegno. A distanza di mesi un lontro tutto nuovo è tornato nello specchio d’acqua della Longola.

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