BARI- Santa Scorese è una delle vittime di stalking, uccisa nel 1991, a soli 23 anni, da un giovane squilibrato: il Comune di Bari, su sollecitazione della Commissione consiliare per le pari opportunità, ha deciso di intitolarle una strada a Palese. «È giusto che resti nel tempo il sacrificio di una vita vissuta controcorrente, ma con una coerenza che alla fine è risultata eroica», dice Rosa Maria Scorese, sorella di Santa.
LA STORIA- Santa Scorese ha vissuto all’insegna della fede cristiana e dell’impegno per gli altri, uno stile di vita, che sette anni dopo la sua morte, ha spinto monsignor Mariano Magrassi ad aprire il processo di beatificazione, che si chiuderà quest’anno. Una ragazza semplice, che amava stare con gli amici. Sin dal V ginnasio frequenta un corso per pionieri della Croce Rossa e si occupa di ragazzi poliomelitici e affetti da distrofia muscolare. Dal 1984 aderisce alla Milizia dell’Immacolata presso le Missionarie di Padre Kolbe e al Movimento dei Focolari. Vivendo il Vangelo, è spinta ad intraprendere un’appassionata ricerca della sua vocazione. «In quel periodo un ragazzo schizofrenico e paranoico, verso cui lei non mostrava alcun interesse, perché “innamorata di Dio”, iniziò a minacciarla e a perseguitarla» – racconta sua sorella. Dopo anni di ossessivi pedinamenti e di denunce da parte della famiglia, nella tarda serata del 15 marzo 1991, mentre tornava dalla parrocchia, viene pugnalata mortalmente davanti al cancello di casa. Oggi il suo assassino, dopo circa dieci anni di ospedale psichiatrico ad Aversa, è affidato a una comunità di recupero, non lontana dal luogo dove vive la famiglia della vittima. «Bisogna approfondire le leggi sullo stalking- sottolinea Rosa Maria Scorese. Vanno riviste tante cose. C’è sempre una modalità per cui il carnefice sfugge. Non credo alla task force, ai braccialetti anti-stalking, ma credo solo nella fermezza della legge, che deve assicurare la certezza delle pena».

di Mariangela Pollonio

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