Terra FuturaFIRENZE –  Si sono chiuse ieri le porte di ‘Terra Futura’, grande mostra-convegno dedicata alle migliori proposte della società civile, delle istituzioni e delle imprese, finalizzate alla costruzione di un futuro più equo e sostenibile per tutti. Per tre giorni gli ambienti della Fortezza da Basso sono stati animati da testimonianze di buone prassi di vita, di economia e di socialità. Il tutto all’insegna dell’idea che «uscire dalla crisi si può, ma insieme».
Un’occasione, insomma, per ritrovare il valore della collettività e per tastare con mano le potenzialità di un modo di vivere ben lontano dalle regole del mercato finanziario. «Se la consapevolezza rispetto a queste tematiche è aumentata negli ultimi anni, – ha affermato con orgoglio nel convegno di chiusura il Presidente di Banca Etica Ugo Biggeri – parte del merito va anche ad una kermesse unica nel suo genere come ‘Terra Futura’, arrivata quest’anno a festeggiare il suo decennale. Dall’European Social Forum di Firenze del 2002 molte cose sono cambiate. Le persone sono più consapevoli del potere che hanno di influenzare le scelte politiche ed economiche a livello mondiale».
VANDANA SHIVA – Di questo nuovo modello di economia, più giusta e meno “sprecona”, si è discusso nel convegno conclusivo di ‘Terra Futura’, che ha avuto per protagonista la scienziata indiana Vandana Shiva, fondatrice dell’Associazione Navdanya International. «Non possiamo accettare – queste le sue parole – che una vecchia economia criminale e consumistica porti via le risorse alle comunità, produca divari sociali e distrugga la democrazia». Di fronte a questo gigante cattivo, il “Davide” è rappresentato per l’attivista indiana da un unico valore, la diversità. «Dobbiamo lottare per una nuova economia che celebri il valore della diversità. Bisogna smettere di parlare di lavoro ed iniziare a parlare di attività creativa e dignitosa. Intensificare creatività e biodiversità, incrementare solidarietà e compassione. Sono queste sono le chiavi per avere migliore qualità di vita, più coesione sociale e vera democrazia».

di Silvia Aurino

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