L’AQUILA – «Riconsegno oggi nelle Sue mani, Signor Presidente della Repubblica, la fascia tricolore. Le comunico che lo abbiamo deciso come Giunta. Che venga lo Stato a spiegare ai cittadini le sue logiche e le sue scelte».
Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha comunicato ufficialmente stamane la sua decisione con una lettera al Capo dello Stato a quattro anni dal sisma che ha distrutto il capoluogo.
«Noi qui stiamo letteralmente crepando. Non mi rassegno», scrive il sindaco, «Non mi rassegno e non sopporto piu’ l’idea che gli incartamenti relativi ai nostri finanziamenti possano stare per mesi fermi su una scrivania, ricevendo lo stesso trattamento che viene riservato a qualsiasi altra pratica alla quale tocca subire l’inefficiente burocrazia del Paese. Scrivo questa lettera – afferma il primo cittadino – per esprimere la mia profonda preoccupazione, il mio rammarico e la mia mortificazione come Sindaco e come Italiano per quanto sta accadendo a L’Aquila. Sono quattro anni che la ricostruzione non parte, quattro anni che la Citta’, uno dei centri storici piu’ importanti d’Italia, e’ deserta, distrutta.
Muta testimonianza dell’inefficienza del sistema Paese. Dopo la vergognosa parentesi del commissariamento, finalmente, con la legge cosiddetta Barca, gli strumenti per la ricostruzione sono passati ai Comuni; ci siamo dati da fare, abbiamo cercato, nonostante le mille difficolta’, di avviare a definizione migliaia di progetti, perche’ l’imperativo fosse ridare una casa ad oltre quarantamila sfollati e restituire il centro storico alla sua vita. Alla sua dignita’. Dal mese di ottobre sono finiti i soldi. Dal mese di ottobre i cantieri che erano aperti hanno dovuto sospendere i lavori ed oltre duemila progetti, pari ad oltre 300 grandi condomini e 60 aggregati, aspettano solo il finanziamento per poter riprendere l’attivita’ di ricostruzione. Dietro a questi numeri vi sono migliaia di famiglie che attendono».

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