cecileROMA – Il ministro dell’Integrazione,  Cecile Kyenge, annuncia un testo di riforma sulla cittadinanza. Lo ha dichiarato durante la trasmissione “In mezz’ora”, ospite di Lucia Annunziata. Rilancia lo “ius soli”, preannunciando un ddl nelle prossime settimane. Balotelli testimonial del diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia? “Non lo conosco personalmente – ha risposto,  ma è una buona idea. So che lui sta subendo atti di razzismo, ma riesce a testa alta a dare un forte contributo all’Italia, che è il nostro Paese”. La prima ministra di origine congolese della Repubblica italiana ha poi precisato che il reato di immigrazione clandestina va abolito. Immediata la reazione dei parlamentari del centrodestra. Sulla tortuosità del suo cammino non ha dubbi: “E’ difficile dire se riuscirò – ha precisato il ministro – per far approvare la legge bisogna lavorare sul buon senso e sul dialogo, trovare le persone sensibili. E’ la società che lo chiede, il Paese sta cambiando”.
REAZIONI- Le dichiarazioni del ministro non piacciono al centrodestra. Renato Schifani chiede a Letta “sobrietà e cautela dei suoi ministri” perché questi annunci “non rientrano nel programma” di governo.  Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, replica: “Sull’immigrazione clandestina non decide il ministro. La cittadinanza automatica per il solo fatto di nascere in Italia non è praticabile”. Matteo Salvini, Lega nord, ribatte su Facebookl: “La ministra dell’Integrazione pensa che andrebbe abolito il reato di immigrazione clandestina – scrive  – Io invece penso che andrebbe subito abolito proprio il ministero dell’Integrazione”. Opposta la reazione di Edo Patriarca, deputato del Pd: “Il ministro non fa proclami solitari. Quanto esprime è da tempo sentito dalla popolazione italiana. Non vorrei che una parte del Pdl esprimesse solo una posizione ideologica”.
IL PERCORSO DEL MINISTRO – Il ministro Kyenge offre uno spaccato sulla sua vita privata. Arrivata in Italia come immigrata irregolare per studiare medicina, è stata sostenuta da associazioni e la Chiesa nel suo percorso. Un percorso di integrazione difficile in Italia, con episodi di razzismo. Quello più pesante, risalente al 2004, durante una campagna elettorale: “Fui aggredita, mentre ero con mia sorella, da un signore che ci mise le mani addosso, ci chiamo negrette e ‘vu cumpra’ e ci disse che non voleva vederci davanti al suo negozio”.

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